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martedì 1 dicembre 2015

Viabilità in Sicilia. La Palermo-Sciacca è solo uno dei tanti problemi


La Repubblica-Palermo 
GIORGIO RUTA 
E' L'ULTIMO tassello di un lungo disastro. Il pilone inclinato sulla Palermo-Sciacca che ha portato alla chiusura per qualche ora dello "scorrimento veloce", all'altezza di San Giuseppe Jato, è l'ennesimo campanello d'allarme di una viabilità al collasso. 
Nella Sicilia delle frane, dei viadotti crollati e dei cantieri infiniti c'è poco da sorridere guardando le tante strade chiuse e i pochi fondi per la manutenzione. «Nessun problema per la sicurezza», ribadisce l'Anas dopo la riapertura della statale. Ieri i tecnici hanno effettuato un sopralluogo.






Nell'area del viadotto sono stati installati dei sensori per monitorare il viadotto. Il problema è noto da almeno cinque anni. Ma ad oggi nessun intervenuto, lo si farà, garantisce l'Anas, con i fondi del piano quinquennale 2015-2019. 
In tutto, per la viabilità siciliana, sono previsti 3,3 miliardi per la sicurezza della rete stradale, una quota sarà dedicata alla manutenzione straordinaria dei viadotti. Intanto, la Regione ha chiesto all'Anas di avere la lista delle criticità e l'assessore alle Infrastrutture Giovanni Pistorio incontrerà oggi il presidente dell'Anas, Gianni Vittorio Armani. «Quello che è successo ci invita a essere molto attenti. Affronteremo una discussione sul futuro delle nostre strade», dice Pistorio. 
Una discussione di certo non facile: la Regione ha un debito di circa 400 milioni di euro nei confronti dell'Anas. Il 2015 è l'annus horribilis della viabilità siciliana. Il 10 aprile è ceduto il viadotto Himera sulla Palermo-Catania, dividendo la regione in due. Ad ottobre una frana, invece, ha travolto la Messina-Catania. Una carreggiata è ancora chiusa: potrebbero servire due anni per ritornare alla normalità perché bisogna intervenire sulla collina, oltre a costruire una galleria para massi. Se il 2015 è da dimenticare, gli ultimi giorni dell'anno scorso non hanno lasciato buoni ricordi. A crollare, alla vigilia di Capodanno, fu il viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento, inaugurato da pochi giorni. E di certo non lascia ben sperare l'ultimo caso che ha colpito la Tecnis: la settimana scorsa sono stati sequestrati cinque piloni del viadotto Salso e parti di una galleria sulla Caltanissetta-Agrigento: «Utilizzato materiale non conforme», è l'accusa. 

La lista delle criticità è lunga. Partiamo dalla A19, proprio dove una frana ha travolto i piloni del viadotto Himera. L'autostrada che collega i due centri più importanti è un continuo zigzag. A maggio la procura di Caltanissetta ha sequestrato il viadotto Cinque Archi, transitabile soltanto a una carreggiata. Il Genio civile in una relazione aveva segnalato il rischio cedimento del ponte a causa del fiume che starebbe erodendo i piloni. Proprio sotto l'autostrada un ponticello che collega il comune di Villarosa all'A19 non è transitabile da marzo per lo stesso motivo, costringendo gli automobilisti ad allungare il percorso di mezz'ora. Restando sulla Palermo-Catania non gode di ottima salute neanche il viadotto Cannatello, vicino lo svincolo di Resuttana. Quattro chilometri percorribili soltanto a una carreggiata per senso di marcia perché la struttura da segni di cedimento. Sotto osservazione anche il viadotto Mulinello, che collega la statale di Aidone all'autostrada. 
«Quello delle strade primarie siciliane è uno dei più grossi problemi dell'Isola. Il nostro sistema viario è più fragile di quanto osavamo immaginare. La causa? Poche manutenzioni», osserva Franco Tarantino della Fillea Cgil. Ora Anas promette 800 milioni di euro di investimento sulla A19. «Sono lavori superficiali, servirebbero interventi strutturali», ragiona la deputata del Movimento 5 Stelle, Azzurra Cancelleri. Anche nella Palermo-Messina e nella Messina-Catania, gestite dal Cas, servono interventi. A breve partiranno i lavori per il viadotto Ritiro, vicino alla città dello Stretto, programmati anche quelli sul viadotto Pistavecchia, a Campofelice di Roccella. È stato stanziato pure un milione e mezzo per tutti i cavalcavia sulle autostrade gestite dal consorzio. 
La situazione è grave nelle vie principali dell'Isola, ma è ancora peggio nelle strade secondarie. La provincia con il record di strade chiuse è Enna: su 120 strade provinciali 50 sono intransitabili. Da due anni non c'è più la via che collega Centuripe al pronto soccorso più vicino, quello di Paterno. Bisogna percorrere 35 chilometri in più. La panoramica di Enna è chiusa per causa crolli da sette anni. «Ancora non è stato fatto nessun lavoro. Una gara era andata in porto, dopo vari ricorsi al Tar. Poi un altro crollo ha colpito la zona e si è rifermato tutto», racconta Alfredo Schillirò della FilleaCgil. 
Enna non è un caso isolato. Il Movimento 5 Stelle ha segnalato al capo della protezione civile regionale, Calogero Foti, 110 strade secondarie che hanno bisogno di interventi urgenti, nelle provincie di Palermo, Caltanissetta. Trapani, Messina, Agrigento e appunto Enna. «Le provincie e i comuni non hanno soldi, le conseguenze sono queste. Serve un new deal», ragiona Franco Spanò della Filt Cgil. 

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