Riflessione
ispirata da una lettura.
Esistono già rapporti delle Nazioni Unite
di condanna dell’Italia e dell’Unione Europea
per crimini contro l’umanità da parte del
Tribunale Permanente dei Popoli
Siamo abituati ad attribuire le cose che non vanno agli altri, siano esse persone fisiche, istituzioni o sistemi e/o strutture.
Eppure la prima cosa da fare per sperare che le cose vadano come dovrebbero è quella di assumerci, ciascuno di noi, le proprie responsabilità.
Se chiediamo in giro perchè negli anni quaranta è avvenuta una guerra catastrofica e perchè regimi palesemente disumani come il nazismo, il fascismo e lo stalinismo siano riusciti ad insediarsi dentro la cultura ed il governo europei noteremo che le risposte saranno tutte del tipo "è stata colpa del sistema di allora" e mai si individuano responsabilità precise di politici, di soggetti con una identità precisa. In pratica otteniamo "non risposte".
Eppure tutto quel male creato dalle tre dittature (di estrema destra ed estrema sinistra) è stato consumato sulla responsabilità precisa di ben determinati uomini. Il male nella Storia sempre si è consumato sulle responsabilità di qualcuno o di taluni aventi nomi e cognmi.
Ciascuno di noi, anche se vive lontano dai centri decisionali, può fare qualcosa ?
Certo! non c'è dubbio che tutti possiamo desiderare e contribuire ad un mondo migliore. Basta farsi alcune semplici domande.
Mi sta bene quello che c'è ? quello che intende fare Tizio ? Caio ?
Non mi va bene ? E perchè allora li ho sostenuti e forse continuerò a sostenerli ?
Gli altri, coloro che svolgono una traiettoria di vita diversa da come la vorremmo percorrere noi non è che vanno bacchettati o strattonati. No.
Però noi non possiamo vivere da incoscienti se vediamo che l'indirizzo è quello (da noi ritenuto) sbagliato.
In buona sostanza nessuno di noi, cittadini, credenti o non, non possiamo vivere da incoscienti !
Ad ogni essere umano è stata data una coscienza critica, non solo per criticare gli altri (cosa sterile e non sempre efficace) ma per dire onestamente ciò che ci sembra giusto e ciò che è sicuramente ingiusto (e spesso pure inumano).
Questo è possibile e pure doveroso farlo da tutti.
Restare impassibili difronte al male che viene fatto ad altri esseri umani è dis-umano.
Esiste un dinamismo profondo fra le parole che diciamo (o non diciamo) e la visione di vita che possediamo. Esiste la responsabilità di ogni essere, di ogni cittadino, e pure di ogni credente, se si prende in carico una storia che riguarda la nazione e che decide sul come vivere altrui.
E' dovere di tutti uscire dall'incoscienza ed interrogarsi su ciò che la vita pubblica ci offre da assistere.
Non stiamo parlando nè di "dovere morale" nè di "dovere civico", stiamo sostenendo che aiutare vite umane che scappano dalla miseria, dalle dittature, dall'annegamento, ... dalla morte, è cosa buona e bella ed è pure sorgente di contentezza.
Fare il bene, sia sul piano individuale che nazionale, è sempre cosa bella, è sempre un piacere.
Certamente non è populista. E' populista invece gridare "Crucifige, Crucifige". E' populista l'egoismo rispetto a chi affonda.
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«Le esigenze della pubblica coscienza possono diventare una fonte riconosciuta del diritto
e un tribunale che emani direttamente dalla coscienza popolare riflette un’idea destinata a camminare: il potere istituzionalizzato e il popolo, da cui il primo pretende derivare, in realtà tendono sempre più ad allontanarsi e solo una ricca iniziativa popolare può cercare di gettare un ponte tra il popolo e il potere»
e un tribunale che emani direttamente dalla coscienza popolare riflette un’idea destinata a camminare: il potere istituzionalizzato e il popolo, da cui il primo pretende derivare, in realtà tendono sempre più ad allontanarsi e solo una ricca iniziativa popolare può cercare di gettare un ponte tra il popolo e il potere»
(Lelio Basso,
fu intellettuale e politico
socialista)
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