Sono complessivamente ventìcinque i soggetti
coinvolti, nell'indagine antimafia "Eden 5, Triokola", condotta dai
carabinieri del Reparto Operativo di Agrigento, guidati dal colonnello Andrea
Azzolini, e coordinata dalla Dda di Palermo.
Oltre alle 7 persone arrestate,
altre 18 figurano indagate: Nicasio Genova, di 45 anni, di Sciacca; Giuseppe Lo
Forte, di 42 anni, di Brescia; Vito Russo, di 38 anni, di Palermo; Mario
Giuseppe Tometta, di 48 anni, di Agrigento; Aldo D'Amato, di 43 anni, di
Forano; Paolo Recca, di 32 anni, di Ribera; Calogero Tortorici, di 58 anni, di
Sciacca; Filippo Marciante, di 54 anni, di Sciacca; Antonio Lana, di 61 anni,
di Ribera; Giorgio Sacco, di 53 anni, di Contessa Entellina (Pa); Salvatore
Rizzo, di 43 anni, di Palazzo Adriano (Pa); Salvatore Di Ganci, di Polizzi
Generosa (Pa); Vito Caracappa, di 70 anni, di Sciacca; Diego Grassadonia, di 55
anni, di Cianciana; Ciro Tornatore, di 81 anni, di Cianciana; Domenico Tornatore, di 50 anni, di Cianciana; Tommaso Messina, di 49 anni, di Favara;
Massimo Daniele Montalbano, di 43 anni, di Sciacca.
Gli incontri e i pizzini di
Matteo Messina Denaro.
Una rete di fedelissimi era al servizio del sambucese
Leo Sutera, il capomafia soprannominato il "professore". Il Ros è
riuscito a filmare in aperta campagna gli incontri, che risalgono al periodo
2010-2012. Gli "ospiti" più autorevoli del "professore"
erano due giovani capimafia di Palermo, Salvatore Sciarabba e Gaetano
Maranzano, ed ancora Giuseppe Genova, presunto capo della famiglia mafiosa di
Burgio. Massimo Tarantino sarebbe stato l'accompagnatore, l'autista del gruppo.
Documentato dagli investigatori, anche il consueto e sperimentato metodo dei
"pizzini", per comunicare tra loro, evidenziando, inoltre, c'è la
possibile esistenza di un canale di collegamento tra Sutera ed il latitante
Matteo Messina Denaro. Gli incontri tra Sutera e altri esponenti di Cosa
nostra, avvenivano solo in aperta campagna.
Mai sotto gli alberi o davanti a
casolari, per paura della presenza di cimici. E "il professore" era
prudentissimo.
Prima di ogni incontro nel suo fondo, una "squadra" di
agricoltori e di pastori si occupava di bonificare la zona degli incontri, e
poi scortava i visitatori fino a destinazione. A ciò si aggiunga l'ulteriore
precauzione di non sostare nello stesso punto nel corso delle riunioni e di
discutere con i partecipanti "in movimento", alternando, cioè, pause
a passeggiate lungo la campagna. Ma ogni luogo di campagna che ha ospitato
incontri o riunioni di mafia, è stato opportunamente monitorato dai
carabinieri, con microspie e sistemi di video sorveglianza. In particolare sono
stati sottoposti a monitoraggio tecnico un totale di 10 siti di campagna, con
l'utilizzo di circa 30 telecamere. Un assiduo e costante partecipante a questi
incontri ed, in particolare, a quelle con soggetti di Palermo, è stato Giuseppe
Genova, principale collaboratore di Leo Sutera. C'è un incontro registrato, dai
carabinieri, con una videocamera in lontananza, 1º1 luglio del 2011, curioso,
per il luogo scelto da Sutera e il suo "collaboratore" Genova:
all'interno di un canneto. Si vede il sambucese sorreggersi, appoggiandosi sul
braccio dell'altro, e i due perdersi dentro, allontanandosi di alcuni metri,
per poi intrattenersi a conversare tra loro per circa mezz'ora.
La mafia si
interessa della politica.
L'indagine ha permesso di rilevare come Giuseppe
Genova, ha un particolare interesse per la politica del suo paese, Burgio, e
non solo. Numerose inchiesta antimafia hanno evidenziato come Cosa nostra,
cerca di infiltrarsi nei consigli comunali e provinciali, per tessere alleanze
politico-istituzionali-imprenditoriali. Il fatto che alcuni indagati parlino,
commentino i risultati di tornate elettorali, fa supporre un certo interesse.
Genova commenta l'andamento di candidati e i risultati di voto. I carabinieri
del Ros registrano e annotano. Attenzione: non ci sono politici, presenti nelle
carte dell'ordinanza, indagati nell'odierno procedimento. Sono estranei ai
fatti. Decine le conversazioni, che gli inquirenti, ritengono «interessanti».
Il 29 ottobre del 2012, elezioni regionali, Genova chiede a tale C. R., come
sono andate le elezioni. L'interlocutore gli risponde che uno dei favoriti è
Crocetta. Poi viene intercettato un colloquio tra il presunto capomafia di
Burgio, che chiede allo stesso C. R., in particolare «come sono andate le
elezioni a Burgio per Catanzaro e Totò Cascio». L'uomo dice che «Catanzaro ha
avuto 150 voti mentre Cascio 140, il partito di Grillo ha avuto buoni voti».
Infine Genova, gli dice di fargli avere il foglio con i voti che hanno ricevuto
i vari candidati di Burgio.
Nell'ordinanza il Gip scrive in sintesi: « Dalla
conversazione emerge un particolare interesse di Genova per la possibile
elezione del deputato regionale Salvatore Cascio, infatti, già alcuni giorni
prima, il 10 ottobre, è stata registrata da militari, una telefonata, con cui
Genova discute con tale cugino Mauro di cose varie di non interesse».
Successivamente Mauro chiede a Genova « se può aiutarlo nella campagna
elettorale a favore del candidato Decio Terrana, anche perché nella zona di
Burgio sono tutti a favore di Cascio».
Genova gli conferma che effettivamente a
Burgio sono tutti impegnati a favore di Salvatore Cascio, « tant'è che qualche
sera prima anche lui è stato a cena insieme allo stesso Cascio, che tra l'altro
è amico di suo fratello (Nicasio Genova, di professione avvocato) sin
dall'università».
«Ciò lascia chiaramente intuire che Giuseppe Genova, ha
avuto lo stesso impegno politico che in passato, come rilevato da altre
indagini, aveva avuto Salvatore Imbornone in favore del deputato regionale Salvatore
Cascio».
Nessun commento:
Posta un commento