-il superamento del bicameralismo paritario,
-la riduzione del numero dei parlamentari,
-il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni,
-la soppressione del CNEL
-e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione.
Una riforma -dal punto di vista della maggioranza renziana- considerata un passaggio storico.
Renzi: “qualcuno aveva detto che la politica non sarebbe stata in grado di decidere, invece, dopo sei letture, 164 sedute e migliaia di votazioni, si è dimostrato che la democrazia vince e trionfa e che in Italia si possono avere meno politici e una politica un po' più seria ”.
Ancora, il premier, ha commentato: "Le opposizioni sono libere di esprimere il loro giudizio. Io credo che sia una valutazione che vada rispettata, ma se qualcuno pensava che noi ci potessimo fermare sbaglia. Quando hai preso un impegno con gli italiani e con l’allora presidente della Repubblica Napolitano, dopo che per 30 anni queste riforme sono state rimandante, è una questione di serietà”.
Per Renzi “questa è la democrazia”.
Ben diverso il punto di vista delle opposizioni che non hanno partecipato al voto finale.
Torneremo su quest'ultimo aspetto.
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