GIUSEPPE LO BIANCO Palermo
Il titolo della Leopolda siciliana è "Cambiamenti", ma i voltagabbana riciclati del centrodestra che affollano la kermesse non imbarazzano Luca Lotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: "Quello che conta non è il cambio di casacca ma è come non snaturare il cambiamento rispetto a chi sposa il progetto per convenienza o perché folgorato sulla via di Damasco". E Davide Faraone, il sottosegretario all'Istruzione che ha organizzato la tre giorni, esplicita meglio il concetto: "L'isola non ha bisogno di piccoli cambiamenti, ma di una rottamazione elevata all'ennesima potenza. Qui abbiamo bisogno di un cambiamento più radicale". Eppure i due sottosegretari arrivano insieme, sotto i capannoni delle officine Sandron dove ieri si è aperta la kermesse renziana, provenienti da un pranzo con l'ex ministro Totò Cardinale, signore delle tessere democristiane, e con i suoi fedelissimi, tra cui alcuni superburocrati regionali e la figlia Daniela, deputata del Pd dal 2008."Si è inventato un taxi collettivo ed ha raccolto all'Ars più parlamentari di quanti ne eleggemmo Musumeci e io con le nostre liste di centrodestra alleate a Berlusconi" disse di lui Saverio Romano, oggi verdiniano.
Fu proprio Cardinale a tenere a battesimo in Sicilia la Margherita insieme a Francantonio Genovese, ras messinese della formazione professionale, finito in carcere per lo scandalo della formazione professionale e, dopo la scarcerazione, transitato in Forza Italia.
La "rottamazione all'ennesima potenza" e il cambiamento radicale dei renziani siciliani, insomma, hanno il volto di Cardinale e dei numerosi riciclati del centro destra, che hanno affollato la prima giornata della Leopolda, più frequentata dal ceto politico in cerca di sponde che dalla gente comune, a vedere le numerose sedie rimaste vuote. Da Trapani è arrivato Mimmo Fazio, deputato regionale di Forza Italia, ora iscritto al gruppo misto: "Sono qui solo come curioso". Da Catania hanno risposto all'appello Luca Sammartino e Valeria Sudano, grande protettrice dei proprietari della discarica Oikos: il primo eletto con l'Udc, la seconda col Cantiere popolare, il partito che ha raccolto gli orfani cuffariani.
E da Ragusa si è presentato l'ex sindaco del Pdl Nello Di Pasquale: "Io sono sempre stato un democristiano - aveva detto al sito Livesicilia poco tempo fa - e nel Pd in tanti hanno paura di noi moderati". Tra i capannelli di persone si aggira, oltre al deputato Edy Tamaio, proveniente da Grande Sud di Gianfranco Micciché e ora aggregato a Cardinale, anche Totò Lentini, ex cuffariano: già esponente dell'Mpa di Raffaele Lombardo, eletto con l'Udc e approdato a "Sicilia futura" di Cardinale dopo una breve permanenza in Articolo 4, la formazione-stampella di Crocetta: "Sono qua - dice - perché Faraone è mio amico da tanto tempo".
Gli saranno fischiate le orecchie quando il deputato Ernesto Carbone al microfono rivela, con una battuta, che Faraone gli ha fatto mangiare i cannoli per due giorni: "Ma quelli di Cuffaro - aggiunge - saranno stati più buoni".
Non c'è Crocetta, non invitato, cui Faraone ha riservato l'attacco più forte, rivelando di lavorare a un dopo Crocetta: "A governare la Sicilia - ha detto - questa volta, sarà uno di noi". E domani si attendono i ministri Roberta Pinotti e Graziano Delrio, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, la presidente del Friuli-Venezia Giulia Debora Serracchiani e l'eurodeputata ed ex ministro Cecile Kyenge.
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