C'è un libro da poco uscito che svela i retroscena del Partito comunista italiano (Pci) tra gli Anni 60 e 80.
La ''diversità comunista'' rispetto agli altri partiti tanto sbandierata in Italia e che puntava ad esaltare la famosa ''questione morale' non sarebbe mai esistita e proprio questa circostanza prova a dimostrarlo Ugo Finetti, già vice presidente della Regione Lombardia, storico, autore negli anni di diversi manuali sul Pci.
Nel libro l'autore svela i retroscena del Partito comunista italiano servendosi di fonti dirette, cioè dei verbali messi a disposizione dall'Istituo Gramsci negli ultimi anni.
Il libro si snoda dal confronto interno tra Enrico Berlinguer e Giorgio Napolitano per arrivare ai fondi neri dell'Unione sovietica, alla gestione fin troppo allegra dei conti del partito e alle spese per il quotidiano l'Unità.
Punta sostanzialmente a ricostruire l'eredità storica di tanti padri fondatori di quello che oggi è diventato il Partito democratico di Matteo Renzi.
Il titolo è Botteghe Oscure. Il Pci di Berlinguer & Napolitano (edizioni Ares).
Non è un caso che l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano abbia ricevuto il libro e risposto a Finetti, ringranziandolo per aver ricostruito «con grande attenzione il confronto interno al Partito comunista tra gli Anni 60 e la scomparsa di Berlinguer».
Un riconoscimento storico quello di Napolitano, che conferma quanto riportato nel libro, manuale che analizza fin dal principio la dialettica interna sulla questione morale che Berlinguer poi fissò in un'intervista a Eugenio Scalfari il 28 luglio del 1981.
Da quella intervista nacque lo spartiacque nel Pci, la presa di distanza di alcuni 'compagni' dal segretario. Da allora iniziò pure l'estromissione di Napolitano dalla segreteria, in particolare dopo che egli scrisse un articolo su l'Unità (il 21 agosto), in occasione dell'anniversario della morte di Palmiro Togliatti.
Da allora Napolitano finì a fare il capogruppo alla Camera.
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