La liturgia bizantina della Domenica di Pasqua è molto suggestiva e riprende il tema dell'icona: la Chiesa è chiusa, immersa nelle tenebre, e il sacerdote bussa per tre volte dall'esterno con la croce dicendo: "Aprite le porte al Signore delle potenze, al re della gloria".
Dall'interno il sacrestano fa un grande strepitio di catenacci e ferraglia per esprimere una certa resistenza, e infine apre.
La Chiesa è illuminata e profumata di incenso; al centro, sul leggio davanti all'iconostasi, è esposta l'icona della Discesa agli inferi ornata di fiori.
L'icona mostra ai fedeli radunati nella notte pasquale Cristo che, impugnando la Croce, scardina le porte degli inferi e strappa dalle tenebre i progenitori Adamo ed Eva, e con loro tutti i giusti dell'Antico Testamento.
Cristo tiene in mano "il documento scritto della nostra condanna", detto chirografo (cioè l'elenco dei morti), "le cui condizioni ci erano sfavorevoli" (Col. 2,14).
Nella terra si apre una voragine come nel passaggio dell'icona del Battesimo di Gesù nel Giordano. La nera cavità ricorda quella in cui il Bambino Gesù viene deposto in fasce nell'icona della Natività, e richiama anche l'immagine di Giona rimasto tre giorni nel ventre del grosso pesce.
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Registrazione su Youtube:
LUCI DI PASQUA - anno 2011
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