70 anni fà le donne votarono
per la prima volta.
Oggi, per la verità, non vota nemmeno lamaggioranza degli uomini.
È una giornata carica di senso e di significati, purtroppo -oggi- rimossi.
La celebrazione cominciò a farsi strada nel “milieu” socialista, in particolare sul terreno delle lotte e delle rivendicazioni del movimento operaio internazionale attraverso un’idea di Rosa Luxemburg e Clara Zetking.
Durante il VII Congresso della Seconda Internazionale nel 1907, a cui parteciparono delegati provenienti da varie nazioni, tra cui i massimi dirigenti socialisti dell’epoca come la Luxemburg, appunto, si discusse sulla richiesta dell’estensione alle donne del suffragio universale. Su questo argomento il Congresso votò una mozione in cui i partiti socialisti si impegnavano a perseguire l’obiettivo sino alla sua definitiva conquista.
Il 25 Marzo 1911 scoppiò un incendio nella fabbrica “Triangle” di New York, dove morirono 146 lavoratori, per la maggior parte donne.
Da allora la lotta femminista per la conquista dei diritti politici si allargò anche ad altre questioni: lavoro, società, vita quotidiana.
La prima “Giornata della donna” fu celebrata ufficialmente negli Stati Uniti il 28 febbraio 1909, mentre in alcuni paesi europei si tenne per la prima volta il 19 marzo 1911 su iniziativa di Clara Zetkin.
Le manifestazioni furono interrotte dallo scoppio della Prima guerra mondiale finché l’8 marzo 1917 nella capitale russa le donne guidarono un’imponente manifestazione per chiedere la fine del conflitto sancendo così di fatto l’inizio della Rivoluzione bolscevica.
Nel 1921 fu deciso di dedicare l’8 marzo alla celebrazione della “Giornata internazionale dell’operaia”.
Le manifestazioni furono interrotte dallo scoppio della Prima guerra mondiale finché l’8 marzo 1917 nella capitale russa le donne guidarono un’imponente manifestazione per chiedere la fine del conflitto sancendo così di fatto l’inizio della Rivoluzione bolscevica.
Nel 1921 fu deciso di dedicare l’8 marzo alla celebrazione della “Giornata internazionale dell’operaia”.
In Italia la Festa della Donna ha fatto il suo esordio nel 1922, ma l’avvenimento fu accolto in maniera molto tiepida perciò nel nostro Paese la prima vera celebrazione della Giornata delle Donne viene fatta risalire al 1945 quando si svolsero manifestazioni nelle zone già liberate dall’occupazione nazi-fascista.
La scelta della mimosa, come simbolo della Festa della Donna non ha particolari significati simbolici ma è legata principalmente al fatto che la sua fioritura avviene ai primi di marzo.
^^^^^
Così la Fondazione
Pietro Nenni
Le donne non devono essere festeggiate solo l’8 marzo ma rispettate, amate e considerate “pari” nelle opportunità, sociali, lavorative o di qualunque altro tipo (come sottolinea la Costituzione), tutti i giorni dell’anno.
Ecco perché questa Festa che a molte appare inutile, in realtà mantiene intatte le ragioni della sua esistenza: finché nel mondo (Italia compresa), le donne saranno vittime di discriminazione e violenza, cerchiare di rosso intorno un numero sul calendario diventa la maniera per non dimenticare e andare avanti sulla strada della completa emancipazione e della totale liberazione.
Questa giornata nasce per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, quel lento e silenzioso fiume carsico che ci ha reso come siamo e non ancora (o non del tutto) come vorremmo essere; celebriamo conquiste che non dobbiamo dare per scontate, che sono state il frutto di lotte pazienti e faticose, portate avanti da donne tenaci che hanno voluto cambiare il mondo in cui vivevano con forza e determinazione perché credevano nel progresso e nella possibilità di una continua evoluzione verso il meglio. Cambiamento della politica e della società, che è soprattutto trasformazione delle menti e delle idee. Valori universali ai quali l’umanità deve ispirarsi; valori universali a molti negati e la cui conquista rende la vita degna di essere vissuta.
Questa giornata nasce per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, quel lento e silenzioso fiume carsico che ci ha reso come siamo e non ancora (o non del tutto) come vorremmo essere; celebriamo conquiste che non dobbiamo dare per scontate, che sono state il frutto di lotte pazienti e faticose, portate avanti da donne tenaci che hanno voluto cambiare il mondo in cui vivevano con forza e determinazione perché credevano nel progresso e nella possibilità di una continua evoluzione verso il meglio. Cambiamento della politica e della società, che è soprattutto trasformazione delle menti e delle idee. Valori universali ai quali l’umanità deve ispirarsi; valori universali a molti negati e la cui conquista rende la vita degna di essere vissuta.
Nessun commento:
Posta un commento