TERRITORIO E SOVRANITA' NELL'ECONOMIA GLOBALE
Lo Stato ha perduto, ai nostri giorni, il potere di trattenere entro i propri confini alcuni fattori produttivi come i capitali o di impedire od ostacolare l'ingresso di beni prodotti in altri stati.
L'indebolimento del controllo che, nell'attuale momento storico, lo Stato esercita sul proprio territori è da collegare soprattutto all'affermazione della globalizzazione: la creazione di un mercato mndiale in cui i fattori produttivi si spostano con estrema facilità da un Paese all'altro.
Alla base della globalizzazione dell'economia stanno soprattutto i seguenti fattori:
--il progresso tecnologico nel campo dei trasporti e delle comunicazioni, che rende sempre più facile ed economico lo spostamento dei beni da un luogo all'altro.
--La smaterializzazione delle ricchezze tradizionali, attraverso la "finanziarizzazione" dell'economia, che sempre di più si basa sulla proprietà e lo scambio di risorse finanziarie piuttosto che sul possesso di beni materiali.
--L'accresciuta importanza strategica ed economica di "altri beni materiali", come la conoscenza r l'informazione
--Lo sviluppo dell'informatica e la creazione di reti telematiche, che rendono possibile il rapidissimo spostamento di informazioni e di capitali da una parte all'altra del Pianeta.
--Lo sviluppo di sistemi produttivi flessibili, che consentono alle imprese di spostarsi rapidamente da un luogo all'altro o di allocare le diverse fasi del ciclo produttivo in aree territoriali diverse.
Conseguenze della globalizzazione
1) L risorse più importanti, cioè il capitale finanziario, l'informazione e le conoscenze, che per la loro natura non sono legate al territorio, si spostano da un luogo all'altro, da uno Stato all'altro, alla ricerca del luogo più conveniente in cui posizionarsi, sfuggendo pressochè integralmente al controllo dei poteri pubblici.
2) Gli Stati sono sempre più influenzati da decisioni che vengono prese al di fuori dei loro confini, ma che hanno effetti considerevoli all'interno del territorio dell Stato.
3) Si realizza una competizione fra Stati per attrarre imprese e capitali e, in questo modo, per aumentare la ricchezza che esiste e si produce nel loro territorio. La velocità e facilità di di spostamento dei principali fattori produttivi fa sì che essi tendano ad allocarsi in quelle aree territoriali dove incontrano regole legali, sistemi fiscali, amministrazioni pubbliche e qualità del capital umano, tali da rendere più conveniente l'attività.
4) Gli Stati si ritrovano davanti ad una alternativa secca: chiudere le proprie frontiere agli scambi con l'esterno, esponendo il Paese al rischio dell'impoverimento, oppure garantire la piena libertà di movimento di capitali, beni e servizi, accettando così di conformarsi alla logica del mercato globale e alla competizione tra aree territoriali.
5) Lo Stato è formalmente libero di adottare gli indirizzi politici che ritiene più opportuni, ma sostanzialmente è costretto a sottostare al giudizio del mercato e, quindi, a seguire indirizzi politici compatibili con le esigenze della competizione internazionale.
6) In conclusione, non è più vero che lo Stato abbia piena sovranità sul suo territorio, tanti essendo i condizionamenti provenienti dai mercati internazionali.
Nessun commento:
Posta un commento