Parmenide, Zenone, Melisso di Samo (la Scuola di Elea) finiscono per concludere che l'unica realtà è l'Essere-Uno: l'ipotetico molteplice potrebbe esistere solo se fosse come l'Essere-Uno.
L'Eleatismo finisce con l'affermare quindi un essere eterno, infinito, uno, uguale, immutabile, immobile, incorporeo, che esclude la possibilità dei molti, perchè recide ogni pretesa dei fenomeni a farsi riconoscere.
L'Essere descritto dalla scuola di Elea non può che essere un Dio, un essere privilegiato, e non tutto l'essere (dal momento che esclude i fenomeni). Quella scuola non è pervenuta a distinguere l'essere Dio e l'essere mondo, perchè per essa l'essere non poteva che avere un unico senso, un senso integrale.
Filosofia16
EMPEDOCLE
Empedocle era originario di Agrigento (484-424 a.C.). Doveva possedere una forte personalità ed una vasta cultura. Partecipò alla vita politica della città, militando nelle file democratiche.
Egli tentò di risolvere l'aporia in cui si era chiusa la scuola di Elea puntando a salvare il principio secondo cui nulla nasce e nulla perisce e che quindi l'essere sempre permane e nel contempo di salvare la ricchezza dei fenomeni che l'esperienza coglie.
Non può esserci nascita da ciò che non è,
ed è impossibile che del tutto si distrugga ciò che è,
e incredibile: esso sarà sempre là dove ciascuno,
di volta in volta trovi fondamento.
Deriva che: "nascere" e "perire", intesi come un venire dal nulla e un andare nel nulla, sono impossibili, perchè l'essere e solo l'essere è. Tuttavia sia l nascere che il perire sono reali e vengono intesi come un venire da cose che sono e un trasformarsi in cose che sono anch'esse, per mescolanza e separazione.
E l'altro ti dirò: non c'è nascita
per nessuna delle cose mortali, nè
termine di morte le distrugge,
ma soltanto mescolanza e separazione di
elementi mescolati, che origine viene detta dagli uomini
Nascita e morte sono, quindi, mescolanza e dissoluzione di determinate sostanze che sono non nate e indistruttibili, cioè che permangono eternamente.
Queste sostanze sono quattro:
Fuoco, Acqua, Etere (aria), terra (per Empedocle radici di tutte le cose).
Empedocle recupera, in un certo senso, l'acqua di Talete, l'aria di Anassimene, il fuoco di Eraclito e la terra di Senofane.
Per Empedocle però questi elementi restano qualitativamente inalterabili ed intrasformabili.
Vedremo che con Empedocle oltre alla nozione di "elemento" nasce pure la concezione pluralistica, che supererà la visione monistica fino ad allora persistente.
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