Il governo italiano si era impegnato; riteneva che si dovesse trattare di una "passerella". Adesso qualcuno ha fatto capire che gli alleati (Usa, Francia e Gran Bretagna) non offrono il comando della "campagna di Libia" per consentire di raccogliere "gloria a buon mercato".
Qualcuno ha fatto osservare che alla vigilia della campagna elettorale per le amministrative nelle più grandi città il governo non ha di certo nulla da guadagnare in termini politici con i telegiornali che mostrano bare in arrivo dalla Libia con dentro soldati morti nella "campagna tripolitana".
Renzi ha pure capito che gli alleati offrono il comando all'Italia solamente formalmente; l'ambasciatore Usa ha infatti preteso che la consistenza italiana fosse di 5.000 uomini, la Francia ha fatto sapere che essa già opera nel Fezzan, la Gran Bretagna ha fatto sapere che essa già opera in Cirenaica.
Renzi, ragazzo sveglio, ha capito che l'Italia non avrebbe avuto alcun comando. All'Italia dovrebbe competere di mettere a disposizione di altri (degli Usa soprattutto, 5.000 uomini).
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1) In Iraq con 1400 soldati.
(750 militari sono impiegati a Baghdad, a Erbil in Kurdistan e in Kuwait).
(130 unità arriveranno sempre a Erbil tra qualche settimana).
( a Mosul serviranno adesso altri 500 uomini per la difesa dei lavori della diga).
2) Italia continua ad essere il perno della missione Unifil: 1100 militari, in Libano.
E' una polveriera da tenere d’occhio.
3) Con la Resolute Support 850 unità italiane sono schierate in Afghanistan.
4) A Pristina e a Belo Polje (Kossovo) ci sono 550 militari italiani. Stanno là dal 1999.
5) 300 italiani sono impiegati in Somalia ( 110 i militari + 90 carabinieri e un centinaio di persone impegnate nell’antipirateria nel Corno d’Africa).
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