E nella vicenda del
vescovo Miccichè, rimosso dalla diocesi di Trapani dalla Santa Sede, spunta
l’ombra della primula rossa della mafia: Matteo Messina Denaro.
Il fatto:
Il
Vescovo Miccichè è stato rimosso dopo un'indagine interna del Vaticano condotta
dal collega-vescovo Domenico Mogavero, Vescovo di Mazara del Vallo.
Miccichè aveva denunciato di essere
vittima di un complotto nei suoi confronti, teso a infangarlo con accuse di
ruberie dalle fondazioni ecclesiali. Egli faceva riferimento all'indagine della
Procura di Trapani che vedeva l’ex amministratore diocesano, don Ninni
Treppiedi, ai ferri corti con Miccichè che lo sospese "a divinis"
(sospensione confermata tra l'altro dalla Congregazione per il Clero nonostante
Treppiedi sostenga il contrario).
La Procura di Trapani indaga lungo una
ipotesi: qualcuno interno alla Diocesi ha venduto dei beni per avvantaggiarsene
personalmente. Si tratta di quadri e di opere di valore. Questo qualcuno
interno alla Diocesi intrattiene un conto allo Ior, l'Istituto per le Opere
Religiose, la Banca del Vaticano.
Essendo un istituto bancario estero, lo
Ior è stato sempre nell’immaginario collettivo un luogo di grandi misteri e di
conti inaccessibili.
La rimozione di un vescovo nella vita della Chiesa è caso più unico che raro |
La Procura di Trapani ha inoltrato una
richiesta di rogatoria internazionale e contemporaneamente alla richiesta è
avvenuta la rimozione del Vescovo di Trapani.
Finora alla richiesta di rogatoria il
Vaticano ha risposto picche, anche se questa mattina padre Lombardo, portavoce
vaticano, ha dichiarato che la richiesta avrà una risposta.
L'ex numero uno dello Ior, Ettore Gotti
Tedeschi, ha scritto un lungo memoriale per denunciare gli scandali
dell'istituto bancario vaticano, e pare - secondo Il Corriere della Sera e La
Stampa - che citi anche la Diocesi di Trapani. Esisterebbero conti aperti
presso lo Ior - secondo Gotti Tedeschi - a disposizione della mafia trapanese.
Gotti Tedeschi ha detto di temere per la
sua vita, e ha scritto un memoriale che ha affidato "a tre persone -
dichiara - nel caso in cui dovesse succedermi qualcosa". "Tutto è
cominciato - scrive Il Corriere della Sera -quando ho chiesto di avere notizie
sui conti che non erano intestati ai prelati". Depositi riconducibili a
politici, faccendieri, costruttori, alti funzionari dello Stato. Ma anche a personaggi
ritenuti prestanome dei boss della criminalità. Secondo il Corriere allo Ior
potrebbero essere arrivati addirittura parte dei soldi del latitante Matteo
Messina Denaro.
La Procura di Trapani questa circostanza
però non l’ha mai confermata (anche perchè, se così fosse, le indagini
sarebbero di competenza della Direzione Distrettuale Antimafia).
Secondo il Corriere della Sera: La
procura di Trapani agli inizi di maggio aveva inviato una rogatoria alla Santa
Sede per chiedere elementi su due conti correnti da don Ninni Treppiedi, ex
gestore delle casse della Curia ed ex fedelissimo del vescovo Francesco
Miccichè, indagato per una serie di ammanchi.
Il prete è stato sospeso a divinis,
mentre il vescovo Miccichè è stato sollevato dall'incarico "per non aver
vigilato sull'operato del suo sottoposto".
Miccichè aveva iniziato a collaborare con i pubblici
ministeri e secondo taluni è proprio questo il motivo della rimozione. La
Procura Trapanese ha comunque precisato: «L'istanza di rogatoria avanzata allo
Stato della Citta del Vaticano è in pieno spirito di totale e reciproca
collaborazione e riguarda esclusivamente l'accertamento dei fatti che costituiscono
oggetto del procedimento pendente presso la Procura stessa, in stretta e
diretta correlazione con le configurate fattispecie di appropriazione di somme
da parte dei soggetti indagati in danno di enti ecclesiastici della Diocesi di
Trapani, con esclusione di qualsivoglia ulteriore ipotesi investigativa».
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