Il disastro che è stato procurato alle finanze della Regione
''Senza adeguati mezzi finanziari
i cinque milioni di siciliani non potranno sottrarsi alla
rassegnazione antica, che si traduce in forza di attrazione
mafiosa e clientelare a disposizione dei prepotenti e dei
potenti''.
Cosi' sostiene il procuratore generale d'appello della corte
dei conti, Giovanni Coppola, nella sua requisitoria sul giudizio
di parificazione del rendiconto generale per l'esercizio 2011.
Ha aggiunto che il ricorso all'indebitamento "non costituisce una valida soluzione dei
problemi". Chi paga, infatti, "è sempre e solo il povero tartassato
contribuente presente e futuro, perché il mutuo pubblico di oggi si
scarica sulle generazioni future".
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