Dopo l’articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera
che ha messo in luce come i “politicanti da quattro soldi” siciliani siano
artisti ed imbroglioni nel contempo, che sanno esibirsi con le alte
dichiarazioni, trionfalistiche, di tipo politico, ma che tuttavia servono loro a nascondere
un obiettivo niente affatto nobile, quello di vanificare il taglio da 90 a 70 parlamentari regionali,
approvato il 7 dicembre 2011 dall’Ars e presentato –allora- come una grande
innovazione politica, è ormai palese a tutti i siciliani che salterà -per la prossima
legislatura- la piccola riduzione del numero dei parassiti che era stata immaginata finora,dal
momento in cui si andrà a elezioni anticipate.
Quattro ore dopo le prime notizie sul voto del Senato
che riduceva di 20 unità il numero degli “inconcludenti di Palazzo dei Normanni”,
Lombardo ha anticipato l’intenzione di volere andare ad elezioni anticipate,
vanificando di fatto la riforma per la prossima legislatura regionale.
Affossata ulteriormente –e c’è da presumere- in maniera concordata dalle ultime
iniziative come la sfiducia contro il presidente del pd, che in questi anni per Lombardo non ha avuto occhi e cuore sufficenti per conbtemplarlo ed ammirarlo. “Il pane e la pagnotta
valgono una così plateale messa in scena” ci racconta un amico che si intende di cose e modi “sicilianeschi”.
Le ultime dichiarazioni, come il tweet recente del presidente dell’Ars Francesco Cascio
(“Sono certo che Lombardo manterrà la parola data sulle dimissioni, e non sarà
necessaria la sfiducia”) confermano che venti parlamentari-parassiti manterranno il loro
posto per altri cinque anni, aumentando il discredito nei confronti di una
classe dirigente che non ha la capacità di governare la Sicilia ma usa tutti i
mezzi per salvaguardare la propria poltrona ed i propri 20.000,oo euro mensili di indennità”, parole vhe Giovanni
Barbagallo dice o lascia intendere.
Se questa è la trama, reale, dei fatti, spetta ai siciliani far sparire ogni traccia di pdl e di pd (oltre che di Lombardo) mediante l'uso della scheda elettorale.
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