La quarta domenica della Quaresima è dedicata nella Chiesa di rito bizantino a san Giovanni Climaco, un monaco vissuto nella prima metà del VII secolo e divenuto egumeno (superiore) del monastero del Sinai, monastero dedicato a santa Caterina.
Il Monastero è tuttora esistente e conserva tesori dell'arte cristiana anteriori persino al V secolo. Esso è situato in prossimità del Monte Sinai ed in territorio oggi egiziano.
San Giovanni Climaco scrisse molti libri ascetici ed il più noto fra essi è "la Scala del Paradiso", diffuso sin da subito in tutto il bacino mediterraneo, sia nelle chiese di tradizione romana che bizantina.
La divisione in trenta capitoli o scalini, de "La scala del Paradiso, allude agli anni di Cristo anteriori alla sua predicazione e simboleggia l'ascensione dell'anima a Dio, che si realizza nella vita monastica. L'opera è destinata ai monaci, come una guida pratica ispirata dall'esperienza personale dell'autore, ed è illuminata da un buon fondamento teorico.
La vita monastica vi è considerata come una preparazione alla vita futura, come la palestra aspra e dura per raggiungere la perfezione. E alla perfezione si giunge mediante la lotta contro il vizio e la conquista della virtú, col distacco progressivo dalla materia, per cui si giunge alla fine all'unione con Dio.
L'unione col Dio eterno si ottiene non con la ragione, ma con l'intuizione e con l'amore del divino attraverso la preghiera e il ricordo costante di Gesú tenuto vivo mediante la ripetizione continua di una formula (« monologia »).
La divisione in trenta capitoli o scalini, de "La scala del Paradiso, allude agli anni di Cristo anteriori alla sua predicazione e simboleggia l'ascensione dell'anima a Dio, che si realizza nella vita monastica. L'opera è destinata ai monaci, come una guida pratica ispirata dall'esperienza personale dell'autore, ed è illuminata da un buon fondamento teorico.
La vita monastica vi è considerata come una preparazione alla vita futura, come la palestra aspra e dura per raggiungere la perfezione. E alla perfezione si giunge mediante la lotta contro il vizio e la conquista della virtú, col distacco progressivo dalla materia, per cui si giunge alla fine all'unione con Dio.
L'unione col Dio eterno si ottiene non con la ragione, ma con l'intuizione e con l'amore del divino attraverso la preghiera e il ricordo costante di Gesú tenuto vivo mediante la ripetizione continua di una formula (« monologia »).
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