Alle primarie di Palermo vincono i filo-Raffaele Lombardo.
Il Pd palermitano strappia la foto di Vasto, con cui Bersani-Di Pietro-Vendola immaginavano un futuro comune, ed imbocca decisamente la strada che già da un pò di anni lo vede rincorrere il governatore in carica a Palazzo d'Orleans, Raffaele Lombardo, uomo sotto processo per scambio di voto.
Il risultato di Palermo che ha visto Rita Borsellino (candidata di tre segreterie nazionali: Pd, Idv, Sel) soccombere per poco meno di 150 voti (su oltre 29 mila votanti) su Ferrandelli, il candidato dei filo-Lombardo, va oltre il significato locale.
Bersani da tempo non ne azzecca una nella scelta dei candidati locali e quindi è verosimile che si apra sin da oggi un confronto sulla strada da seguire -soprattutto in vista del dopo governo Monti-.
Sembra comunque ormai completamente sgombra la via che ufficializzerà in via definitiva il PD come partito di centro dello schieramento politico italiano. Di centro lo è stato di fatto da almeno un decennio, ma il proseguo lo vedrà sotto braccio con Casini, e non solo. Fini (l'ex fascista) col suo Futuro e Libertà è lì, pronto pure lui ad accogliere il Pd che da molti anni ha abolito le bandierte rosse del movimento operaio, il termine "compagni" della solidarietà degli ultimi e adesso sarà, c'è da scommeterci, l'interprete autentico del Liberalismo. Liberalismo purò ancor più di quello di Monti.
Non intendiamo con questa riflessione nè censurare nè criticare la scelta del Pd. Riteniamo però di poter dire che un partito scappato dal comunismo per approdare nel breve volgere di un limitato numero di anni nel liberismo è, e non può non esserlo, un partito senza anima.
Quanto accaduto a Palermo ne è l'esempio e la prova.
E se Pio La Torre non avrebbe mai, in ogni caso, abbracciato Raffaelo Lombardo, c'è pure da dire che i veri liberisti -comunque- non si affideranno agli ultimi arrivati, ai neofiti.
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