"Da una parte, Egli (Dio) è
un'essenza sovraessenziale, indicibile, incomprensibile e impartecipabile,
dall'altra è l'essenza degli esseri, la sapienza dei sapienti, la vita dei
viventi, l'entità di tutto ciò che esiste e la potenza creatrice del bello: le
creature lo pensano, lo esprimono e vi partecipano."
Nella seconda
domenica di Quaresima la Chiesa Bizantina ricorda una figura fondamentale della
sua Storia. Gregorio
Palamas, un monaco del Monte Athos in
Grecia e poi Arcivescovo di Tessalonica, vissuto nel XIV secolo.
Alcune delle
sue opere sono raccolte nella Filocalia, una raccolta di meditazioni e di concezioni
della vita diffusasi proprio nell’Occidente romano metteva radice l’Illuminismo.
Di lui è nota
la netta contrapposizione agli attacchi
del filosofo italo-greco Barlaam di Calabria, il quale nell’ottica dell’umanesimo
e del razionalismo occidentale riteneva che l’approccio filosofico consentisse di
conoscere Dio meglio di quanto potessero
farlo i profeti e reputava che lo studio e l'apprendimento (ossia la capacità umana) fossero più
importanti della preghiera e della contemplazione. Su questa nota vicenda e confronto storico esiste un interessante volume curato dal nostro concittadino, prof. Giuseppe Schirò, fratello dell'ex sindaco Pia Schirò.
Di lui è nota
la distinzione fra il conoscere Dio nella sua essenza e il conoscere Dio nelle
sue energie. Gregorio mantenne la convinzione che fosse impossibile conoscere Dio
nella sua essenza, ma mostrò la possibilità di conoscerlo nelle sue energie,
dal momento che Dio si è rivelato nel Figlio suo.
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