San Giuseppe è il
santo più festeggiato in Sicilia e la sua ricorrenza liturgica non è confinata solo
al 19 marzo, ma anche alla domenica successiva e per i due mesi successivi.
Su quarantadue comuni che
comprendono la provincia di Agrigento, otto lo festeggiano esclusivamente in
chiesa, undici lo festeggiano con processioni per le strade, e i rimanenti ventitré traslano
la ricorrenza tra maggio e agosto.
Il santo è il
protettore di quarantacinque comuni in Sicilia, dove sedici comuni hanno eletto san Giuseppe a
patrono principale e ventisei a loro compatrono.
Sono numerosissime le confraternite
di “San Giuseppe”, tutte custodi della religiosità popolare e fra queste quella
che a Contessa Entellina fa riferimento alla chiesa matrice di rito
greco-bizantina, retaggio della lunga appartenenza di essa alla diocesi di
Agrigento.
Le confraternite non
sono in nessun modo un residuo storico del passato; sono nate e si sono sviluppate
in un tessuto sociale che fu contadino e che tuttora si ripetono continuamente e
ovunque, assolvendo alla funzione di
fornire quanto ha il merito di essere “umanitario”, compresi i loculi della sepoltura dei
consociati.
Le manifestazioni che
in Sicilia esternano la gioia popolare per la festa vanno dai falò (denominati
in cento modi diversi) alle spettacolari luminarie, dai colori dei fiori ai
fastosi ornamenti, dalle grandiose processioni alle cavalcate (Scicli) e drammatizzazioni
(Assoro), dalle forme poetiche (Cantate o Parti di san Giuseppe di Contessa Entellina) alle
semplici invocazioni, dalle preziose statue all’umile strumento dei santini.
Molto spazio è dato, nell’occasione della
festa alla preparazione dei cibi secondo determinate regole; ma ciò che
colpisce maggiormente è la simbiosi tra la devozione e il pane, presente in
molteplici espressioni (tavolate, mense, cene, altari). Nel “pane quotidiano”
si realizza il passaggio della semplice fede del popolo alle opere caritative
più immediate. L’umile condizione della Santa Famiglia ispira -ieri come oggi-
di soccorrere in modo concreto chi è nel bisogno.
La festa di san
Giuseppe diventa così «una festa di chiesa, di piazza e di casa», dimostrazione
di una fede popolare vissuta.
A Salemi si celebra comunque
una delle più belle feste italiane di san Giuseppe.
Interessante il libro sulla tematica, recentemente pubblicato:
La festa di san Giuseppe, dalla Sicilia alla Puglia
a cura di Vincenza Musardo Talò
(Manduria, Talmus-Art, pagine 208, euro 54,60).
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