La legge numero 25 del 2011 in tema di “Interventi per lo sviluppo dell’agricoltura e della pesca" prevede la spesa di circa 40 milioni a sostegno delle imprese della pesca e dell'agricoltura.
Pure la normativa in materia di artigianato, cooperazione e commercio prevede una pioggia di fondi che per la maggior parte avrebbero dovuto essere impegnati dal governo siciliano per somme trasferite dallo Stato nel periodo tra il 2002 e il 2010 e mai spese.
La Regione Sicilia, la regione del parassitismo che sputa in faccia ai disoccupati siciliani continuando a mantenere oltre 100 auto blù, come se governatori ed assessori reggessero il Qatar o altro sultanato del Golfo, soffre di due malattie:
- non solo l’inapplicazione in toto delle leggi,
-ma anche l’incapacità di spesa, non attribuibile in questo caso solo all’attuale malgoverno ma anche a quelli che lo hanno preceduto, di cuffariana memoria.
La recente legge del 2011, andrebbe immediatamente applicata, in concomitanza della carenza di liquidità nel sistema socio-economico dell'isola.
1) sostegno per le imprese agricole e della pesca,
2) potenziamento del marketing dei prodotti siciliani e degli agriturismi
sono percorsi di sostegno, non sono certo risolutivi delle necessità dell'isola.
La sensazione è però che i nostri politicanti, di parecchio al di sotto del livello di quelli della cosidetta prima repubblica (al peggio non c'è mai fine), saprebbero spendere molto meglio quei soldi con
-corsi fasulli di formazione, gestiti da analfabeti e, però, loro elettori;
-assunzioni negli uffici di gabinetto degli assessori, dove gli integri assessori, arruolano zii e parenti (però delle loro mogli ..., perchè devono mantenere l'integrità morale).
Ed intanto il livello di gradimento dei partiti è al di sotto del 10%. La misura della loro clientela e parentela parassitaria.
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