I sindaci a chi rispondono ?
Il Movimento dei Forconi
legittimamente protesta e mette in evidenza tutto quanto i politici avrebbero
dovuto fare e non hanno fatto. Meno legittime erano le forme iniziali di
protesta di alcune settimane fa che provocarono danni milionari alla stessa
agricoltura siciliana (che si diceva di voler aiutare) quando furono bloccate
le strade e la mobilità nell’isola e molte derrate alimentari finirono al
macero.
Negli ultimi giorni legittime appaiono le iniziative miranti a
portare all’opinione pubblica lo stato di gravissima insofferenza delle
categorie rappresentate - fra cui agricoltori, armatori, pescatori e artigiani
- dovuto all’inazione di Regione e Comuni, i cui responsabili (politicanti) si
occupano di tutto tranne che dell’interesse generale.
I sindaci dell’isola sono chiamati a
rispondere delle seguenti mancanze, in queste ultime settimane:
1) nelle settimane scorse sono stati apertamente accusati dalla Protezione civile perché non hanno i progetti relativi di ogni Comune, per cui quando si verifica un fatto straordinario (seppure possibile e prevedibile) essi non sono preparati ad affrontarlo, ma come questuanti ed inetti (e spesso lo sono) si rivolgono a mamma Regione o allo Stato per fare quello che dovrebbero invece curare loro.
2) I sindaci sono anche responsabili di non avere portato alla legalità circa 160 mila immobili abusivi che persistono sui loro territori e che verosimilmente per motivazioni clientelari fingono di non conoscere;
1) nelle settimane scorse sono stati apertamente accusati dalla Protezione civile perché non hanno i progetti relativi di ogni Comune, per cui quando si verifica un fatto straordinario (seppure possibile e prevedibile) essi non sono preparati ad affrontarlo, ma come questuanti ed inetti (e spesso lo sono) si rivolgono a mamma Regione o allo Stato per fare quello che dovrebbero invece curare loro.
2) I sindaci sono anche responsabili di non avere portato alla legalità circa 160 mila immobili abusivi che persistono sui loro territori e che verosimilmente per motivazioni clientelari fingono di non conoscere;
3) sono pure colpevoli di avere creato (quelli dei grossi
comuni) aziende partecipate per la gestione dei servizi pubblici locali,
affidandole a degli incompetenti (ma ancora più spesso a dei ladri) che hanno
rovinato i bilanci,
4) sono ancora colpevoli per non essere riusciti ad incassare i
tributi locali e, soprattutto, a tagliare la spesa improduttiva.
A coronamento di queste insufficienze del ceto politicante
locale esiste la circostanza che la Regione, da anni, non controlla quanto
fanno (o non fanno) gli amministratori degli enti locali. La Regione per le sue
carenze non avrebbe titolo per verificare le inefficienze dei comuni; la
spiegazione tuttavia che essa offre è che con la modifica del titolo V della
Costituzione i comuni sono divenuti più autonomi.
A controllare l’inettitudine dei
sindaci quindi dovrebbero essere gli elettori.
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