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giovedì 16 febbraio 2012

Sicilia. Ma siamo imbecilli ?

La Regione siciliana si trova all’incirca nelle stesse condizioni in cui si trova l'odierna Grecia perchè in questi ultimi decenni ha allargato i cordoni della borsa ed ha chiuso gli occhi sulla prevista diminuzione dei trasferimenti, conseguenti al Patto di stabilità. La Regione, con la sua pachidermica e lenta burocrazia, tiene inchiodati miliardi e miliardi di fondi europei e statali del Piano 2007/13, avendone speso meno del 20 per cento in cinque anni. Non li spende perché nel proprio bilancio non c'e un centesimo disponibile per le quote di co-finanziamento. La borsa a maglie larghe ha consentito di assumere personale a dismisura (spesa corrente: duemila dirigenti contro duecento  della Lombardia, diciottomila dipendenti contro tremila della Lombardia. Gli sprechi della Regione sono innumerevoli e permangono anche nel settore della Sanità, pur tenuto conto del piano di austerità (relativo) dell’assessore Massimo Russo. L'imprevidenza di oggi, stiamone certi, la pagheremo e la pagheremo molto cara. Il guaio e' che più passa il tempo, più facciamo finta che tutto vada bene e più violenta sara' la mazzata a carico dei siciliani. Così come in Grecia gli aiuti esterni non sono gratuiti, nemmeno in Sicilia saranno gratuiti; nemmeno la comunità nazionale sara' disposta ad accollarsi i frutti del nostro malgoverno. La regione deve capire che la spesa deve essere indirizzata sugli investimenti riducendo drasticamente la spesa corrente. Puntando sugli investimenti aumenteranno pure inevitabilmente i posti di lavoro. Non esistono altre polizze di assicurazione per il futuro.

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