Parlare della Chiesa oggi sui media ma anche sulle edizioni
librarie che sempre più numerose invadono gli scaffali delle librerie non fa
che rievocare nella mente di tante persone concetti non proprio positivi come pedofilia,
lotte di potere interne alla gerarchia, finanza di intrallazzo, elusione dell’Ici,
vicinanza dei prelati con i politici più chiacchierati e più “furbastri”
esistenti sulla piazza, crisi della fede ed allontanamento di fasce di
popolazioni dalla visione della società
che viene proposta dalla Chiesa romana nel terzo millennio.
E’ evidente che non tutto nella Chiesa si riduce a quella
casistica di comportamenti ora elencati e che potrebbe ancora allungarsi con altre circostanze
che ulteriormente ne deteriorano l’immagine.
E’ scontato tuttavia che si tratta di comportamenti che esistono (non sono quindi
inventati) e che meritano giustamente l’attenzione di tutti -fedeli o non- per essere –grazie alla trasparenza- rimossi
dal contesto più ampio in cui continuano a prosperare tuttora. Tutte le pecche che oggi vengono addebitate alla
millenaria istituzione suscitano in verità -ed è ovvio- maggiore curiosità nell’opinione pubblica
rispetto alle meritorie, diffuse e
benefiche iniziative di carità,
educazione e formazione a favore di vaste fasce di gente e che invece non provocano affatto l’interesse dei media e che
andrebbero, almeno un poco, valorizzate al
meglio.
Essendo vastissima la pubblicistica e la disponibilità
documentaria sulla Chiesa universale e su quella nazionale, vorremmo tentare di
conoscere almeno per grandi linee la realtà diocesana (eparchiale) locale.
Lo faremo di tanto in tanto e senza la convinzione
di poter essere esaustivi o adeguatamente attrezzati per questo tipo di conoscenza.
Eparchia di Piana
degli Albanesi
1
Ogni Diocesi svolge e assume su di sé, col trascorrere del
tempo, una propria vocazione. Se
Monreale fu istituita, e poi nei secoli ha saputo perseguire la conversione dei territori dell’interno
dell’isola -abitati da musulmani-, Piana degli Albanesi inequivocabilmente è
stata istituita per far conoscere nell’isola i tesori liturgici e la spiritualità
della Chiesa Orientale, la stessa Chiesa
che fino al XIII secolo era stata la Chiesa di tutti o quasi i siciliani. Qualcuno per rendere più concreto il concetto ha usato, nel passato, l'espressione "per fare da ponte fra Chiesa d'Occidente e d'Oriente". Compito questo verosimilmente pesante per le gracili spalle dell'Eparchia.
Piana degli Albanesi è
stata eretta negli anni trenta dello scorso secolo con
la Bolla
“Apostolica Sedes” del 26 ottobre 1937 da Papa Pio XI, ma fino al 1967 è
sempre stata guidata da Amministratori Apostolici, manco a dirlo di rito
romano; dagli Arcivescovi di Palermo Card. Lavitrano prima e Card. Ruffini
dopo. Inizialmente alla nuova Diocesi (Eparchia) vennero assegnati oltre ai territori
dei Comuni di Piana dei Greci e di Santa Cristina Gela, che vennero staccati
rispettivamente dalle arcidiocesi di Monreale e di Palermo, la parrocchia e i
fedeli di rito greco del Comune di Mezzojuso, tolti alla
giurisdizione dell’arcidiocesi di Palermo, le parrocchie e i fedeli di rito
greco dei Comuni di Contessa Entellina e di Palazzo Adriano,
staccati dall’arcidiocesi di Monreale, ed infine, staccata dall’Arcidiocesi di
Palermo, la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio di Palermo, detta della “Martorana”, divenuta Parrocchia
con giurisdizione personale per tutti i greco-bizantini residenti a Palermo nel
1943.
Nel 1967 Mons. Giuseppe Perniciaro
(già Vescovo ausiliario dei ricordati Amministratori Apostolici) diviene
Vescovo residenziale di Piana degli Albanesi.
Una data importante per la nuova
Eparchia è comunque quella dell’8 luglio
1960, quando Papa Giovanni XXIII emana la Bolla “Orientalis
Ecclesiae” in forza
della quale anche le parrocchie di rito
latino con il loro territorio, esistenti nei Comuni di origine albanese di Mezzojuso, Contessa Entellina
e Palazzo Adriano,
passavano sotto la giurisdizione di Piana degli
Albanesi.
(Continua)
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