I tre partiti che sostengono il governo Monti è verosimile che la
spuntino. Le Province, dicono, non si toccano in quanto entità, non vanno
abolite, al massimo riorganizzate per ridefinirne le funzioni e il rango
costituzionale.
In buona sostanza i tre partiti puntano alla trasformazione in
«strutture di emanazione dei Comuni, una sorta di agenzia intercomunale
multi-servizi governata da un board di sindaci».
Si tratterebbe, naturalmente, di una riforma costituzionale che richiede tempi lunghi, meglio dire lunghissimi, o forse conoscendo i politicanti italiani, forse mai.
Si tratterebbe, naturalmente, di una riforma costituzionale che richiede tempi lunghi, meglio dire lunghissimi, o forse conoscendo i politicanti italiani, forse mai.
L'orientamento generale è quindi di non abolire drasticamente le
Province, nonostante siano da molti considerate un inutile spreco di denaro
pubblico, o peggio sono i pollai dove crescono i politicanti parassitari di
domani. Oggi migliaia e migliaia di galoppini transitano attraverso le Province
(3/4000 euro al mese netti) per poi iniziare la scalata ai Consigli Regionali e poi al
Parlamento nazionale. E’ comunque all'interno delle Province che si impara l’abc del
parassitismo nazionale. E' lì che si apprende come non eseguire le manutenzioni della viabilità e a nascondere le frane lungo la viabilità con carichi di sabbia; fermo restando che le auto blu devono sempre e comunque disporre di sufficente capienza di risorse finanziarie in bilancio.
L'abolizione, dicono i tre fratelli della coalizione di governo
UDC, PD, PDL, inciderebbe in modo poco significativo sulle casse dello Stato,
meglio quindi –dicono- tenercele.
La soluzione che si fa largo quindi nell'attuale maggioranza
parlamentare è stata dibattuta negli ultimi giorni all'interno del Pd che
punta, almeno in qualche sua frange, a riordinare le Province secondo distretti
più ampi e con differenti funzioni. Ad assorbire le attuali competenze
provinciali dovrebbero essere in parte le Regioni e in parte i Comuni, ai quali
spetterebbe anche una gestione associata delle nuovi distretti provinciali.
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