106 miliardi annui per la sanità non sono pochi
Perché le Autorità pubbliche si rendano attive ed
intervengano per rimuovere le inefficienze nella pubblica amministrazione
servono le denunce pubbliche, le inchieste giornalistiche, serve sostanzialmente che scoppino gli scandali.
Il caso della paziente che al Policlinico di Roma è rimasta quattro giorni
sulla barella in corsia denota una irresponsabilità oggettiva del direttore generale
e una responsabilità soggettiva del primario.
Il ministro Renato Balduzzi ha
dichiarato che i medici ospedalieri non dovrebbero più effettuare visite in
studi esterni ma, eventualmente, in intramoenia. Per meglio dire, non dovrebbero prima incassare nel loro studio €. 100/200 prima di trovare il posto di ricovero nei reparti ospedalieri in cui lavorano.
La sanità in Italia costerà, per il 2012, 106 miliardi di euro. Nell’ottica dei
tagli che investiranno tutti i comparti della Pubblica Amministrazione, la
spesa sarà revisionata con criteri di efficienza, valori di responsabilità e di
merito, e potrà probabilmente essere
tosata di 5-6 miliardi.
In verità servirebbe la migliore utilizzazione della stessa spesa, nel
senso che essa dovrebbe produrre maggiori e migliori servizi, in modo da
soddisfare di più le esigenze dei cittadini. Le siringhe -ad esempio- dovrebbero costare ovunque lo stesso prezzo, invece di pagarle dieci volte in più negli ospedali del Sud.
La disorganizzazione, l’inefficienza ed il
menefreghismo sono constatazioni che chiunque capiti in un ospedale pubblico
constata.
La Regione Lazio ha accumulato nei decenni 15 miliardi
di debiti della sanità e tuttavia non è mai riuscita a organizzare i suoi
ospedali e i presidi ospedalieri (quelli piccoli che dipendono direttamente
dall’Azienda sanitaria provinciale).
Va da sè che i medici disonesti sono una minoranza, e che però esistono, come esistono gli ingegneri ed i funzionari disonesti inseriti in ogni ganglio della Pubblica Amministrazione.
Gli Ordini
professionali, dal loro canto, esistenti per tutelare i cittadini e non i
propri iscritti, dovrebbero emettere provvedimenti di indirizzo, richiamando
tutti al rispetto dell’etica e del giuramento di Ippocrate, nel caso della sanità.
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