Lo Stato che parla alla parte più fortunata della società
Nel Rapporto congiunto sulla Coesione Sociale elaborato da Istat,
Inps e Ministero del Lavoro per l’anno 2011, emergono spunti interessanti sulle
criticità che ancora oggi le donne (che ovviamente sono pure pure mogli, madri,
lavoratrici) vivono nel coniugare gli impegni di famiglia, casa, lavoro e tempo
libero: un insieme di responsabilità che stentano ad essere conciliate in modo
efficace, costringendo le donne lavoratrici e madri a muoversi con difficoltà
tra le esigenze dettate dai propri ruoli e, ricorrentemente, a sacrificare la
carriera per dedicarsi alla famiglia.
Secondo le stime presentate dal Consiglio Nazionale Economia e del Lavoro
rilevate su campioni di donne in età compresa tra i 25 e i 45 anni, in Italia
si verificano casi per cui dopo la nascita di un bambino il tasso di
occupazione femminile passa bruscamente dal 63% al 50%, per crollare
ulteriormente dopo la nascita del secondo.
Oggi l’occupazione sembra impiegare le donne soprattutto per le tipologie
di lavoro part time. La percentuale di lavoratrici a tempo parziale supera il
74,2%.
Secondo le ultime stime una donna è retribuita il 19,2% in meno rispetto a
un collega dell’altro sesso, con uno stipendio pari a 1.131 euro rispetto ai
1.407 degli uomini.
Oggi il 63,7% di donne in coppia sceglie di lavorare, il 97% di queste è
impiegata sia in lavori domestici che in lavori familiari e il 94,4% si dedica
al tempo libero.
Il 71,3% del lavoro in casa delle coppie grava sulle spalle del gentil sesso, la donna lavora 1 ora e 3 minuti in più del suo partner quando entrambi sono occupati (9 ore e 9 minuti di lavoro totale per le donne contro le 8 ore e 6 minuti degli uomini) e nelle coppie con figli il divario di tempo sale a 1 ora e 15 minuti (anni 2008-2009).
Il 71,3% del lavoro in casa delle coppie grava sulle spalle del gentil sesso, la donna lavora 1 ora e 3 minuti in più del suo partner quando entrambi sono occupati (9 ore e 9 minuti di lavoro totale per le donne contro le 8 ore e 6 minuti degli uomini) e nelle coppie con figli il divario di tempo sale a 1 ora e 15 minuti (anni 2008-2009).
Nelle coppie con entrambi i partner occupati, il maggior grado di asimmetria si
osserva tra le coppie con figli residenti nel Mezzogiorno (74,6%), in quelle in
cui l’età del figlio più piccolo supera i 14 anni (74,6%) e in quelle in cui la
donna ha un basso titolo di studio (72,2% nel caso di licenza elementare o media).
Il rapporto sinteticamente ora
rappresentato è ovvio che con le realtà territoriali dell’interno dell’isola,
la Sicilia, dove il lavoro retribuito presso terzi manca sia per le donne che per gli uomini, non ha
nulla da trasmettere, non ha nulla da far riflettere. Come è noto le nostre sono zone a perdere grazie ad una classe dirigente che da 60 anni impartisce favoritismi piuttosto che somministrare "governo del territorio".
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