Da giovedì nella cittadina di Kosice
(cittadina slovacca) sono stati riuniti i vescovi cattolici-bizantini d’Europa.
Sono arrivati dall’Ucraina, dall’Albania, dalla Romania e dalla Biellorussia,
dalla Francia e dalla Gran Bretagna e rappresentano quattordici Chiese. Mancava
il Vescovo di Piana degli Albanesi, a motivo della sede vacante che come capita
in questi casi ricorrenti viene sempre occupata da un Vescovo latino.
A memoria
d’uomo mai nessuno ricorda che un Vescovo di Piana degli Albanesi sia stato mai
chiamato ad occupare una sede vacante, che sia Cefalù, o Monreale, Mazara del
Vallo o Trapani. Mai nessuno ricorda.
Tema dell’incontro nella cittadina
Slovacca è stato “«Evangelizzare la cultura,
inculturare il Vangelo».
Il vescovo Chautur nel prendere la parola
ha detto: «La cultura nei tempi passati, sollevava lo spirito. Ma oggi spesso
uccide dentro, nell’uomo, gli ultimi buoni sentimenti. Spesso ci troviamo
davanti a un fatto: questa cultura non alza lo spirito dell’uomo verso Colui
che è fonte di bellezza eterna».
L’incontro si è svolto a Košice perché
quest’anno si celebrano i millecinquecento anni dell’arrivo dei santi Cirillo e
Metodio in terra slava (Grande Moravia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia
sud-occidentale, Ungheria nord-occidentale). Nel ricordare questa ricorrenza,
il vescovo di Košice per i cattolici di rito bizantino ha detto: «Vogliamo
imparare da loro come penetrare anche la cultura e colmarla con il Vangelo e
condurre l’uomo di oggi alla fonte della gioia, offrendogli la possibilità di
accettare il Vangelo».
A patrocinare l’incontro, che si è
concluso ieri (domenica) è stato il
Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee). In un messaggio ai
partecipanti il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e
presidente del Ccee, ha fatto
riferimento al tema scelto per l’incontro, l’evangelizzazione nelle diverse
culture. «È sicuramente urgente, nel nostro continente — ha scritto il
porporato — ricordare le comuni radici cristiane, incarnate lungo i secoli
nella ricchezza delle culture che lo compongono. Ancora oggi l’E u ro p a ha
bisogno di persone e comunità che, vivendo il Vangelo nella gioia, riescano a
incarnare in modo efficace il Vangelo nella propria cultura testimoniando la
comunione in Cristo».
Quest’anno la cittadina di Košice è stata
scelta come capitale europea della cultura, insieme a Marsiglia. Sicuramente
meno conosciuta, condivide con quest’ultima un carattere cosmopolita e
multietnico. Qui convivono infatti pacificamente ungheresi, cechi e rom.
Segno di multietnicità
è stato il concerto “ecumenico” che la città di Košice ha offerto ai vescovi
europei nel Teatro pubblico. Concerto che è terminato con una benedizione ai
popoli europei da parte dei rappresentanti delle Chiese cristiane e del rabbino
capo della cittadina slovacca. All’incontro hanno preso parte in qualità di
relatori il cardinale Jozef Tomko, prefetto emerito della Congregazione per le
Chiese orientali, l’arcivescovo Cyril Vasil’, segretario della Congregazione
per le Chiese orientali, monsignor Dimitrios Salachas, esarca apostolico per i
cattolici di rito bizantino residenti in Grecia, e padre Juraj Dyfka, del
Centro di spiritualità est-ovest di Košice.
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