Gli eventi politici di questi giorni vanno letti con la profondità di chi conosce la storia ed è pertanto condannato a non cadere vittima del gossip politico.
«Quello che abbiamo visto», afferma su Avanti!, «non può nemmeno definirsi un tatticismo: Berlusconi è un furbacchione che va preso molto seriamente come personaggio politico».
«L’unica realtà è che, di fatto, da settimane siamo bloccati sul tema della decadenza e della tenuta del governo. Tanto che, risoltasi questa questione, siamo semplicemente ritornati allo stesso punto in cui eravamo alcuni mesi fa».
Insomma, se è vero che il Cavaliere barcolla è altrettanto vero che un reale cambiamento richiederebbe riflessione, uno spazio di aggregazione di persone nuove e dei tempi non brevi.
«Mancano tutti e tre questi elementi. Di questa realtà è consapevole Berlusconi che gioca sul filo di una sorta di tira e molla per cercare di non finire lui con il “cerino in mano”, cioè di non essere l’ultimo a trovarsi in mano con una situazione di disastro da presentare al Paese.
Il Parlamento deve cercare di rimettere insieme i pezzi perché altrimenti l’Italia precipita. C’è un reale rischio di fallimento e a questo punto il gioco è quello di tirare le responsabilità addosso a qualcuno: l’ultimo paga per tutti».
Per Abruzzese il problema è tanto chiaro quanto disarmante: «è assurdo continuare a pensare che una catena di errori come quella commessa negli ultimi 20 anni dal sistema politico italiano possa esser sospesa senza conseguenze drammatiche».
Berlusconi passa, dunque, ma il berlusconismo resta?
«Del berlusconismo non ci liberiamo perché rappresenta l’oggettivizzazione della disgregazione del tessuto politico e storico di questo Paese. Il fenomeno del berlusconismo è talmente trasversale da riguardare l’intero sistema italiano».
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