«Noi sappiamo e dobbiamo sapere che non ci vuole nulla per ritornare nella difficoltà in cui il nostro Paese era fino a qualche mese o anno fa».
«I problemi non si risolvono in un solo giorno. Si devono tenere i conti in ordine e uscire dalla crisi passo passo e questo vuol dire essere fiduciosi».
«La Legge di stabilità in Parlamento potrà essere migliorata, ma conta la direzione di marcia, quella di persone che si assumono le responsabilità, che non dicono sempre che è colpa di qualcun altro, che di fronte ai problemi si rimboccano le maniche».
MATTEO RENZI, sindaco di Firenze
«I sindaci cercano di dimostrare che la politica è bella e nobile, anche quando da Roma arrivano segnali diversi». E ancora: «Il Paese siete voi sindaci che lottate, voi sindaci che vi sentite accusare di essere casta. Il Paese siamo noi, benvenuti a Firenze».
PIERO FASSINO, presidente Anci
«Il miliardo garantito dalla legge di stabilità non basta, per partire ne servono almeno due». Anche perché il miliardo della legge non è aggiuntivo, ma si limita in pratica a pareggiare il dare-avere con la maggiorazione Tares, la cui "statalizzazione" operata nel Dl 35/2013 era stata accompagnata da una compensazione equivalente ai sindaci.
"I sindaci sono gli interlocutori naturali di cittadini, imprese, famiglie, anziani, disoccupati e precari. Da noi vengono per ricevere risposte. Questa consapevolezza, però, spesso non ci viene riconosciuta né dallo Stato né da certa stampa che troppo spesso identifica i Comuni come centri si spesa parassitaria. Oggi chiediamo rispetto. Chiediamo di condividere le scelte. Chiediamo di essere messi nelle condizione di fare quello per cui i cittadini ci hanno eletto".
"In questi anni - ha infatti spiegato Fassino - abbiamo visto costantemente ridotte le nostre risorse e come se non bastasse le ingerenze sul ruolo dei Comuni sono aumentate, come accaduto con la spending review, persecutoria nei nostri confronti. Voglio dire con chiarezza che noi la revisione della spesa la facciamo tutti i giorni. Vorrei fosse così anche per le altre parti dello Stato".
GIORGIO NAPOLITANO, presidente della Repubblica
“Sul piano istituzionale i Comuni costituiscono il fronte più vicino ed esposto alle sfide della quotidianità, a tutte le manifestazioni di malessere sociale e civile e alle istanze che ne scaturiscono, così come alle emergenze naturali e ambientali che scoppiano improvvise o che si è nel tempo mancato di prevenire”.
“Di qui - ha aggiunto - l'affanno in cui vi trovate, le difficoltà dell'azione immediata che non può mancare da parte vostra e dello sforzo di progettazione cui non potete rinunciare'.
Tornando al tema delle riforme, il Capo dello Stato ha osservato che “la revisione del Titolo V della Costituzione non può non collegarsi all'indispensabile superamento del bicameralismo paritario e alla nascita del nuovo Senato”.
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