Da La Stampa
«Tranquillo, tranquillissimo, puoi tranquillamente
tranquillizzare, nel senso che neanche a farlo
apposta, ho appena finito di parlare con Anna
(la moglie, ndr) di queste battute che ho fatto
per cui puoi tranquillizzare»
GUIDO RUOTOLO ROMA
E adesso saranno sentiti gli indagati. Anche
Vincenzo De Luca, il governatore della Campania, sarà convocato dai magistrati
della Procura di Giuseppe Pignatone, che indagano sulla (presunta)
corruzione-concussione tentata dal marito del giudice che doveva decidere in
merito alla sospensione dell'applicazione della Séverino nei confronti del
presidente della Regione Campania. Vuole fare presto, Pignatone, per non
alimentare un clima di scontro politico. Ieri il premier Matteo Renzi ha espresso
nei fatti fiducia nei confronti del governatore della Campania: «De Luca ha la
titolarità, il diritto e il dovere di governare. Siamo assolutamente certi che
il mandato sia pieno e quindi De Luca lavori, se è capace». Fare presto
accertando i fatti, naturalmente. E per questo Pignatone sentirà anche i
diretti interessati. Dalla sua, in questi giorni, può sicuramente contare sul
materiale sequestrato agli indagati (solo De Luca non è stato per quisito). Non
solo computer, pen drive ma anche smartphone. E sembrerebbe che questo
materiale abbia riservato dei riscontri alle ipotesi investigative. Dalle
intercettazioni telefoniche e ambientali emerge con chiarezza che la decisione
del collegio della prima sezione del Tribunale civile di Napoli sia arrivata la
sera prima che fosse depositata agli uomini dello staff del governatore. Nella
informativa della Mobile di Napoli si riporta una significativa intercettazione
della sera precedente, il 21 luglio scorso, al deposito della sentenza: «In
tarda serata del 21 luglio, alle 23.16 Giuseppe Vetrano (l'ex coordinatore
delle liste di De Luca Presidente, ndr) inviava a tale Nello (Nello Mastursi,
capo della segreteria di De Luca, ndr) il messaggio con il quale riferiva che
in serata aveva depositato i documenti e l'indomani sarebbe stata data formale
notizia». Cosa che effettivamente avvenne: «Nella mattina del 22 luglio,
sciogliendo la riserva, risulta che il Tribunale civile aveva sospeso il
decreto di sospensione della nomina di Vincenzo De Luca a Presidente della Regione
Campania, quale effetto della Legge Séverine». Guglielmo Manna, marito del
giudice relatore della sentenza, Anna Scognamiglio, la sera prima che si
svolgesse l'udienza pubblica, il 16 luglio, rassicura con uno scioglilingua
l'avvocato Gianfranco Brancaccio, indagato anche lui dalla Procura di Roma:
«Tranquillo, tranquillissimo, puoi tranquillamente tranquillizzare, nel senso
che neanche a farlo apposta, ho appena finito di parlare con Anna (la moglie,
ndr) di queste battute che ho fatto per cui puoi tranquillizzare». Replica
Brancaccio: «Lo faranno domani direttamente?». Chiede se il collegio
ufficializzerà la decisione già nella giornata dell'udienza? «Non domani -
risponde Manna - ma appena gira il week end». Telefonate che vanno
interpretate, anche perché spesso sono m codice. Come questa tra il giudice e
il marito nel giorno dell'udienza (e non della camera di consiglio, come era
trapelato nei giorni scorsi, ndr). Manna: «Tutto a posto?». Anna Scognamiglio:
«Guglielmo devono ancora parlare metà degli avvocati. Tu che hai fatto col
preside?».
Risponde Manna: «Tutto a posto ho il nulla osta
in tasca. Lei sarà giudice ma io non sono fesso, tengo il nulla osta m tasca
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