La maggioranza assoluta
strappata a forza da Recep Tayyip Erdogan nelle elezioni politiche che ha
voluto replicare due volte in un anno, facendo ricorso all’intimidazione della
libera stampa e riaccendendo la guerra con la minoranza curda, suggella un passaggio
d’epoca.
Il ritorno dei nazionalismi che ormai parevano superati, chiama
autoritarismo a fronteggiare le pulsioni autoritarie del vicino considerato
minaccioso.
Per ogni Putin nascerà un Erdogan, e la catena delle nazioni
bisognose di un Duce per sentirsi sicure nel loro isolamento, così diviene
sempre più lunga.
Putin lo zar e Erdogan
il sultano: richiami storici grotteschi eppure tornati a formare senso comune.
Purtroppo contagioso.
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