La cronologia degli
eventi locali del periodo 1921 - 1940, recentemente pubblicato da "ilContessioto",
è stata messa a disposizione dei lettori come strumento utile per stimolare,
con le fonti che ciascuno ha a disposizione, l'approfondimento degli argomenti
di particolare interesse. Di seguito sono riportate alcune notizie utili a tal
scopo.
Corteo con fedeli, autorità civili
e religiose per la festa della Madonna della Favara
Sono tante le espressioni religiose,
culturali, artistiche, ricreative, ecc. che caratterizzano l'atmosfera festiva,
che ogni anno si rinnova l'otto settembre a Contessa Entellina, in occasione
della festa principale del paese.
Suscita una particolare attenzione e
conseguentemente una partecipazione significativa il corteo che, il giorno
della festa, con le autorità civili e religiose, dalla piazza Umberto I
raggiunge la chiesa della Madonna della Favara: verso le ore 10,30, il clero ed
i fedeli di rito greco accolgono il vescovo nella chiesa delle Anime Sante, che
si trova nella piazza principale del paese, dove si forma il corteo, che
attraverso la via principale del paese, raggiunge la chiesa della Madonna della
Favara. Il corteo è aperto da un chierichetto, che porta la croce, cui seguono:
i fedeli, in doppia fila, il clero con i
sacri paramenti orientali, il vescovo con pastorale, le autorità cittadine, le
ragazze che indossano il prezioso, tradizionale e caratteristico costume
albanese, ecc.
Il corteo è accompagnato dalla banda
musicale, le cui note si alternano agli inni sacri cantati, in greco e in
albanese, dal clero e dai fedeli.
Si tramanda che
l'origine di questo corteo, almeno nella forma solenne attuale, è legata alla presenza a Contessa dal 1923
dell'arcivescovo mons. Giuseppe Schirò. Alcuni contessioti anziani raccontano
infatti che il parroco greco col clero locale, accompagnato dalle autorità
civili e militari, dai fedeli e dalla banda musicale, il giorno della festa si
recava nell'abitazione di mons. Schirò, che si univa al corteo con i paramenti
vescovili, collocandosi sotto il baldacchino sostenuto da quattro aste (usato
ancora durante la processione del SS. Sacramento).
Dopo la morte di mons. Schirò (1927) è
rimasta la tradizione del corteo solenne, prima della celebrazione della Divina
Liturgia nella chiesa della Madonna della Favara, con la partecipazione di
molti papas residenti a Contessa o provenienti da Piana, Palazzo o Mezzoiuso.
Con la istituzione dell'Eparchia di Piana degli Albanesi (1937) il nuovo
vescovo mons. Perniciaro quasi ogni anno è stato presente alla celebrazione
della Divina Liturgia per la festa della Madonna della Favara ripristinando il
solenne corteo sopra descritto.
Quanto
sopra descritto offre l'occasione per far conoscere l'illustre concittadino
mons. Giuseppe Schirò (1846-1927), arcivescovo metropolita di Neocesarea nel Ponto.
Nato
a Contessa Entellina il I gennaio 1846,
compiuto, nel Collegio Greco di Roma e
nelle scuole di Propaganda Fide,
l'intero corso degli studi di letteratura, filosofia e teologia e fu ordinato
diacono e sacerdote a Palermo nel luglio 1868.
Novello
sacerdote fu di valido aiuto al parroco
di Contessa e quindi maestro di disciplina nel Seminario greco-albanese di
Palermo. Nel 1874 gli venne affidata la parrocchia di
rito bizantino di Malta. Promosso Vescovo ordinante delle
Calabrie nel 1889, fu eletto titolare di Gadara. Nel 1890 fu preposto al
Collegio albanese di S. Adriano in Calabria. Nel 1895 si trasferì a Roma, dove
gli venne affidata la coadiutoria di Mons. Stefano Stefanopoli, Prelato
ordinante per il rito bizantino. Il 4 novembre del 1895 fu promosso dalla sede
titolare episcopale di Gadara, da lui occupata fino allora, a quella
metropolitana di Neocesarea nel Ponto. Nel 1902 ottenne di essere esonerato
dall'ufficio di Prelato ordinante e quindi, libero da ogni incombenza, poté
dedicarsi ad un ministero che aveva sempre amato: la predicazione. Parlava
molto bene ed fu ricercato ovunque. Tenne un discorso al Congresso Eucaristico
di Orvieto nel 1897, ed un altro al Congresso Eucaristico nazionale italiano di
Venezia nello stesso anno. Predicò il Quaresimale del 1902 a S. Giovanni in
Laterano.
Lasciò
Roma nel mese di luglio del 1923 e passò gli ultimi anni a Contessa, dove morì
il primo agosto del 1927. I suoi resti mortali riposano nella chiesa
parrocchiale di rito bizantino di Contessa Entellina, dove sono state traslate
nel 1994, su iniziativa dell’Associazione “Nicolò Chetta”, che in tale
occasione, per far conoscere la sua vita e le sue opere, gli dedicò una
giornata culturale ed una breve biografia, di cui viene di seguito riportato un
breve estratto.
"Mons. Giuseppe Schirò di Contessa Entellina,
arcivescovo titolare di Neocesarea del Ponto"
Premessa - Entrando
nella sacrestia della Chiesa Matrice di Contessa Entellina, su una parete, si
può ammirare un grande quadro a colori, che riproduce le sembianze di un
vescovo (mons. Giuseppe Schirò) che indossa i paramenti greco-bizantini.
Nel
corso della mostra, organizzata dall'Associazione culturale "Nicolò
Chetta", nell'estate 1990 presso la
casa di papas Janni Borzì a Contessa Entellina, sono stati esposti alcuni
oggetti e paramenti vescovili di mons. Giuseppe Schirò (croce pettorale,
encolpion, pastorale, mantello, copricapo, ecc.)
Generalità - Mons.
Giuseppe Schirò, prelato ordinante in Italia per la Chiesa Cattolica di rito
greco-bizantino, svolse la sua intensa attività pastorale e culturale,
soprattutto tra gli Italo-albanesi residenti in Sicilia, in Calabria ed a Roma,
ricoprendo numerosi incarichi presso istituzioni ecclesiastiche, culturali e
religiose. Mons. Giuseppe Schirò é uno dei figli più illustri di Contessa
Entellina, dove nacque il 1° gennaio 1846.
La
sua nascita a Contessa Entellina (piccolo comune collinare della Valle del Belice,
fondato nel 1450 dagli Albanesi e dove ancora si conservano usi, lingua, tradizioni e costumi degli Avi
ed il rito greco-bizantino nelle funzioni religiose) fu determinante per la sua
formazione culturale e religiosa.
Mons.
Giuseppe Schirò é l'unico rappresentante
del Clero locale che, in cinquecento anni di storia di Contessa Entellina, é stato consacrato Vescovo ed inoltre é l'unico, tra i Prelati
delle Comunità arbëreshë , cui é stato conferito il titolo di ARCIVESCOVO.
Titoli di studio - Frequentò
le scuole elementari nel paese natio e
le scuole medie superiori (ginnasio-liceo) presso il
Pontificio Collegio Greco di
Roma, dove rimase dal 1858 al 1867 per seguire anche i corsi di letteratura, filosofia e teologia.
A
Roma conseguì la laurea in teologia, nel
1867, presso le scuole della S.
Congregazione de Propaganda Fide.
Titoli e incarichi - A
Roma nel 1866 fu ordinato lettore e suddiacono ed a Palermo nel 1868 diacono e
sacerdote. Iniziò la sua attività pastorale a Contessa Entellina nel 1868 come
coadiutore del parroco di rito greco.
Nel
1869, assieme al notaio Calogero Genovese ed al papas Giuseppe Schirò di
Ignazio, compilò il catalogo della biblioteca del Monastero di S. Maria del
Bosco, che a seguito della soppressione fu trasferita nel comune di Contessa.
Nello stesso anno fu nominato bibliotecario della nuova biblioteca comunale.
Nel
1873 fu maestro di disciplina del seminario greco-albanese di Palermo e nel
1883 fu nominato parroco della comunità di rito bizantino a Malta .
Nel
1889 fu consacrato Vescovo titolare di Gadara con le funzioni di vescovo ordinante per gli
Albanesi di rito bizantino della Calabria e di Presidente del Collegio
italo-greco-albanese S. Adriano in S. Demetrio Corone (CS).
Nel
1895 venne promosso dalla sede titolare episcopale di Gadara a quella
metropolitana di Neocesarea del Ponto con sede a Roma, presso il Pontificio
Collegio Greco.
Svolse
le funzioni di prelato ordinante a Roma per il rito bizantino dal 1895 al 1902.
Dopo tale data si dedicò particolarmente alla predicazione, ministero che aveva
sempre prediletto ed esercitato, e soggiornò spesso nel paese natio, dove si
ritirò definitivamente nel 1923.
Valente predicatore - Mons.
Giuseppe Schirò svolse un'intensa attività nel campo culturale, religioso ed
ecclesiastico.
Colto
e valente predicatore era spesso invitato da Vescovi, Parroci e Superiori di ordini religiosi per prediche
quaresimali, esercizi spirituali, inaugurazioni di nuove chiese, feste
patronali, commemorazioni di illustri figure di sacerdoti e religiosi, ecc.
Numerosi
suoi panegirici, conferenze e omelie
suscitarono l'attenzione e l'ammirazione non solo dei fedeli ma anche di molti
Vescovi e Cardinali.
Papa Giovanni
XXIII, memore delle conferenze
svolte da mons. Giuseppe Schirò
in occasione di un
Congresso Eucaristico, durante
una visita alla Badia Greca di Grottaferrata, al Prof. Giuseppe Schirò, omonimo
e nipote del Prelato, disse che suo
zio, per la sua vasta e profonda cultura, doveva essere chiamato
"Crisostomo" (Bocca d'oro) non Giuseppe.
Sono infatti molto noti i discorsi tenuti da Mons.
Schirò in occasione dei Congressi Eucaristici di Orvieto (1897), di Venezia (1897) e di Torino (1903),
i cui testi sono stati pubblicati e diffusi dalla S. Congregazione Vaticana de
Propaganda Fide.
Famose
anche le sue prediche tenute per il Quaresimale del 1902 nella Basilica di San Giovanni in Laterano, presenti i più alti
dignitari ecclesiastici di Roma.
Significato della sua opera e
tumulazione speciale nella chiesa parrocchiale greca.
Mons.
Giuseppe Schirò, per la molteplice attività svolta, i numerosi impegni assolti
ed i vari incarichi assunti nel campo ecclesiastico, religioso e culturale,
onora con le sue opere, gli Italo-albanesi, il paese natio e la Chiesa.
L'Associazione
culturale "Nicolò Chetta" pertanto, per onorare la sua memoria, ha curato
gli adempimenti per la tumulazione dei suoi resti mortali nella Chiesa
parrocchiale greca (seconda cappella, entrando a destra).
La sua
urna cineraria, custodita dal 1927 nel cimitero di Contessa, nella cappella di
S. Giuseppe, è stata trasferita nella Chiesa parrocchiale greca nel 1994, dove
è stata collocata in una nicchia coperta da un bassorilievo, che riproduce le
sembianze di mons. Schirò con i paramenti vescovili.
P. S. - Soltanto pochi
anziani di Contessa ricordano mons. Schirò che, il giorno otto settembre (fino
al 1926) in corteo, accompagnato dal clero e dai fedeli, dalla sua abitazione
(attuale casa della nipote ins. Pia Schirò, in via Musacchia), raggiungeva la
chiesa della Madonna della Favara per celebrarvi il pontificale solenne.
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