Dopo aver chiuso il campo di indagine e di riflessione di Eraclito, abbiamo la volta scorsa Filosofia9 introdotto il pensiero de pitagorici.
Per la verità abbiamo trascurato, su Eraclito, di accennare i suoi pensieri morali, ispiratigli più che dalla sua dottrina fisica della realtà, dalla sua visione orfica dell'anima.
Se la felicità consistesse nei piaceri del corpo, dovremmo considerare
felici i buoi quando trovano foraggio da mangiare
I porci traggono diletto dal fango, piuttosto che dall'acqua pura
Gli asini sceglierebbero la paglia, piuttosto che l'oro
Bisogna spegnere la tracotanza più che un incendio
Difficile è la lotta contro il desiderio,
poichè ciò che esso vuole lo compera a prezzo dell'anima
L'essere sapienti è la virtù più grande: e la sapienza
è dire il vero e agire dando ascolto alla natura
La Filosofia 10
Torniamo comunque alla Scuola Pitagorica che -sappiamo- ha creato una temperie spirituale nuova.
Pitagora non scrisse nulla e di lui ci è attestato piuttosto poco, ecco perchè parliamo di "pitagorici" o di "scuola pitagorica".
Dopo la sua morte Pitagora aveva già perduto, nell'immaginario dei suoi discepoli, i caratteri umani, e veniva considerato e venerato come un nume e assimilato ad Apollo.
Per i pitagorici la ricerca e la scienza era il mezzo per raggiungere un fine, essa era un "bene comune" a cui tutti attingevano e tutti cercavano di dare incremento. Fu questo essere "bene comune" della scienza a comportare l'anonimia dei singoli contributi.
Ci siamo già intrattenuti sulle scoperte dei pitagorici delle corrispondenze fra i fenomeni di vario genere (musica, cosmologia, cicli dello sviluppo e fenomeni dell vita) ed i numeri.
Ancora sui numeri
I numeri sono tutti raggruppabili in due specie, pari e dispari. Fa eccezione l'uno, capace di generare sia il pari che il dispari: aggiungendo l'uno a un numero pari si genera il dispari, mentre aggiungendo l'uno a un numero dispari si genera il pari, il che dimostra che l'uno reca in sè la capacità generativa sa del pari che del dispari, e perciò partecipa di entrambi le nature. E poiche ciascuna cosa è riducibile a un numero, ciascuna cosa è espressione di numeri pari o di numeri dispari.
I pari ed i dispari però non sono gli elementi ultimi.
Negli scritti di Filolao si parla dell'illimitato ( indeterminato o infinito) e del limitato o limitante come principi supremi di tutte le cose.
L'accordo di elementi illimitati e di elementi limitanti è appunto il numero, cosicchè gli elementi ultimi da cui risultano i numeri sono l'illimitato e il limitante.
Proveremo a capire come i pitagorici operassero il passaggio del numero alle cose
Proveremo a capire come i pitagorici operassero il passaggio del numero alle cose
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