Gli scontri politici costringono Crocetta a
rinviare la riunione in cui la giunta avrebbe dovuto individuare nuove risorse
per i forestali. E ora, di fronte alla prospettiva di una sospensione dal
lavoro, gli stagionali sono pronti a una nuova ondata di proteste.
Il primo sciopero scatterà oggi, proclamato
dall'Ugl. La tensione sale di ora in ora. Il sindacato ha fissato per le 11
sotto Palazzo d'Orléans l'appuntamento per dare il via alla protesta: «La
sospensione dei lavoratori - si legge nella nota dell'Ugl - impedirà di
completare le giornate previste. Anche per il servizio antincendio». Il
problema è che gli scaglioni chiamati a svolgere 78, 101 e 151 giornate devono
svolgere il servizio entro fine dicembre e ogni giorno perso non potrà quindi
essere recuperato. È un problema che si era già posto tre settimane fa, quando
la giunta fu costretta a una manovra di bilancio d'urgenza all'Ars per
recuperare 16 milioni: soldi finiti adesso.
Da oggi quindi non ci sarebbe come pagare i
forestali. Antonello Cracolici, neo assessore all'Agricoltura, aveva previsto
di portare in giunta ieri una manovrina per dirottare sui forestali le ultime
risorse disponibili in bilancio. Sarebbe stata una anticipazione degli 89
milioni resi disponibili da una delibera del Cipe, che tarda a divenire
esecutiva. La giunta ieri non si è riunita e dunque l'anticipazione non è
avvenuta. Tutto rinviato a oggi. E non a caso Cracolici fa un appello ai
forestali: «Stiamo lavorando nella giusta direzione». Ma potrebbe presentarsi
un altro problema.
Nei piani dell'assessore all'Economia, Alessandro
Baccei, tutte le risorse ancora spendibili del bilancio da qui a fine anno
devono essere utilizzate per cofinanziare i fondi europei: pena la restituzione
a Bruxelles dei soldi rimasti nei cassetti. Il meccanismo prevede che la
Regione anticipi tutti i contributi comunitari e riceva il rimborso da
Bruxelles dopo la certificazione della spesa. Dunque ci sarebbero margini
strettissimi per i forestali. E infatti anche la Uil ha mostrato con Claudio
Barone la propria preoccupazione: «Siamo punto e a capo. Già da oggi non sarà
più possibile pagare i 24 mila forestali. 116 milioni reperiti dall'Ars sono
finiti e la Regione adesso deve anticipare la delibera del Cipe, altrimenti la
tensione sociale sarà insostenibile». Il rischio è che si vada a nuovi scontri
di piazza e blocchi stradali. E che si vada anche a uno scontro fra categoria
«affamate». L'Ance, l'associazione dei costruttori, ha protestato contro la
concessione ai forestali di risorse che servivano per appalti pubblici. Ma per
Barone «i forestali non tolgono nulla ai lavoratori edili. L'Ance sa benissimo
che ci sono quattro miliardi destinati ad opere subito appaltabili e
cantierabili, però bloccati, che potrebbero dare ossigeno a lavoratori e
imprese. Non serve aprire una guerra fra poveri, occorre far partire i
cantieri».
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