La Repubblica-Palermo
“Data l'eccezionale produzione di olive e la
qualità eccellente, si consiglia di rallentare i ritmi di raccolta e prenotarsi
per la molitura per non compromettere la qualità dell'olio extravergine”.
Recita così l'avviso affisso al frantoio Gullo di Aliminusa, ma è l'istantanea
paradossale di una produzione olivicola senza precedenti. Dopo il 2014, annus
horribilis che in Sicilia aveva fatto registrare un meno 27 per cento della
produzione, il 2015 è stata finora una stagione senza precedenti, tanto da
costringere i frantoi a una rigida programmazione, mentre alcuni sansifici
avrebbero persino sospeso l'attività per smaltire le enormi quantità di sansa in giacenza. «Abbiamo ricevuto così tante richieste che non riusciamo a
soddisfarle prima di dieci giorni: se un cliente arrivasse adesso, potremmo
fare la molitura il 30 novembre», racconta il titolare Epifanie Gullo.
«Data l'eccezionale produzione di olive e la
qualità eccellente, si consiglia di rallentare i ritmi di raccolta e prenotarsi
per la molitura per non compromettere la qualità dell'olio extravergine».
Recita così l'awiso affisso al frantoio Gullo di Aliminusa, ma è l'istantanea
paradossale di una produzione olivicola senza precedenti. Dopo il 2014, annus horribuis che in Sicilia aveva
fatto registrare un meno 27 per cento della produzione, il 2015 è stata finora
una stagione senza precedenti, tanto da costringere i frantoi a una rigida
programmazione, mentre alcuni sansifici avrebbero persino sospeso l'attività
per smaltire le enormi quantità di sansa m giacenza. «Abbiamo ricevuto così
tante richieste che non riusciamo a soddisfarle prima di dieci giorni: se un
cliente arrivasse adesso, potremmo fare la molitura il 30 novembre», racconta
il titolare Epifanio Gullo.
«Consigliamo di raccogliere in funzione della
prenotazione, per evitare che le olive restino troppo tempo in giacenza a
scapito della qualità dell'olio», gli fa eco Girolamo Giambanco, proprietario
di un oleificio a Carini che fa parte di Asfo, associazione che raccoglie una
cinquantina di frantoi nell'Isola. Del resto, l'anticipo dei tempi di raccolta
era il segnale di un'annata di abbondanza. «Fino a quindici anni fa — racconta
Alessandro Chiarelli, presidente di Coldiretti Sicilia — cominciavamo ai primi
di novembre, in coincidenza con la festa dei Morti». Oggi, invece, «le aziende
che vogliono conquistare i mercati iniziano a fine settembre o ai primi di
ottobre perché, nonostante una resa lievemente inferiore, la qualità aumenta».
Ma in Sicilia, che con circa 150 mila ettari di superficie di produzione è al
terzo posto dopo Puglia e Calabria tra le regioni d'Italia, l'arma in più è la
qualità. Basti pensare che tra le 43 Dop italiane, sei sono prodotte
nell'Isola: Monti Iblei, Valli trapanesi, Val di Ma2ara, Monte Etna, Valle del
Belice e Valdemone. «Non è facile fare previsioni precise, ma dovremmo
registrare una crescita del 30-40 per cento», aveva detto Chiarelli alla
vigilia della raccolta. Un dato in linea con quello nazionale diffuso da Coldiretti.
«Le buone temperature e le piogge copiose hanno fatto sì che questa sia
un'annata di abbondanza». È d'accordo Mario Terrasi, di Assolivo, che stima una
produzione di circa 50 mila tonnellate di olio. Un dato positivo, tenuto conto
che, secondo l'Istat, dal 2006 a oggi la produzione regionale ha viaggiato a
ridosso delle 50 mila tonnellate di olio annue, con una resa approssimativa del
16-17 per cento. Escluso il 2014, l'annata nera per la congiuntura climatica e
la mosca killer, con un calo da 49 a 36 mila tonnellate. «Non era difficile
fare meglio rispetto all'anno scorso», spiega invece Giovanni Piccolo
dell'Asprol Sicilia, associazione di produttori con sede ad Aragona che ne
raggruppa 4.800 in tutto U territorio regionale, di cui circa tremila solo
nell'Agrigentino. «Se l'anno scorso la produttività era stata di 52
quintali, quest'anno siamo sui mille, circa venti volte in più». Le zone in cui
si registra una produzione maggiore si estendono dall'Agrigentino al Trapanese
«partendo da Castelvetrano e passando per Sciacca e Menfi, senza dimenticare il
Palermitano», sottolinea Piccolo. Una menzione speciale va anche alla zona
dell'Etna e nel Messinese nel versante tirrenico: «Basti pensare alle olive di
Sant'Agata di Militello. Mentre l'area iblea e di Siracusa sono un mercato più
di nicchia». Per avere invece un'idea dei prezzi dell'olio sfuso, secondo
l'Ismea nei giorni scorsi a Palermo l'olio extravergine si acquistava a 5,10
euro al chilogrammo, a Trapani a 5,25, a Ragusa a 7,25 e a 8,25 per il dop Monti
iblei, mentre a Messina per il dop Valdemone si pagavano 6,75 euro. La mosca,
che aveva creato non pochi problemi, non ha arrecato particolari danni,
«compiici le piogge di settembre», come assicura Michele Riccobono,
dell'Istituto egionale vini e oli di Sicilia. Lo stesso vale per la xylella, di
cui hanno fatto le spese gli olivicoltori pugliesi ma che in Sicilia, secondo
Chiarelli, «è un allarme del tutto ingiustificato». A preoccupare gli
olivicoltori è semmai l'aumento vertiginoso dell'importazione di olio tunisino,
che in Italia registra un più 748 per cento, compiici la crisi di produttività
dell'anno scorso e gli accordi comunitari che hanno facilitato l'importazione
di 35 mila tonnellate d'olio come misura di solidarietà per il Paese del Magreb.
Ma Chiarelli non teme confronti: «Abbiamo nel settore dell'olio l'equivalente
delle Rolls Royce se parliamo di auto di lusso», afferma. «Il problema non è
che entri l'olio tunisino, ma che venga spacciato per siciliano, la vera
battaglia è quella per la tracciabilità». Una sfida raccolta dal neo-assessore
regionale all'Agricoltura, Antonello Cracolici: «Metterò in campo ogni
iniziativa utile al riconoscimento delTIgp olio Sicilia. Tale riconoscimento —
ha spiegato ieri Cracolici a un conve gno sull'olio all'Ars — rappresenterebbe
certamente un sostegno a una delle nostre produzioni di eccellenza, che vanno
sostenute sui mercati nazionali e internazionali». La mosca killer è stata
bloccata dalle piogge La kylella ha fatto danni in Puglia e non da noi L'assessore
Cracolici "Punto all'Indicazione geografica protetta per il prodotto
siciliano"
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