I Comuni in questi
ultimi giorni sono stati impegnati a dare attuazione agli adempimenti “anticorruzione”. Un punto importante, fondamentale dei Piani
Triennali Anticorruzione è la rotazione dei dirigenti e dei dipendenti in posizione di vertice ed è uno
dei temi più delicati. Il termine per
l'adozione scade oggi 31 gennaio.
Proprio il tema della
rotazione dei dipendenti si è rivelato uno dei più complessi da affrontare,
nella corsa contro il tempo la cui scadenza è appunto prevista dalla legge 190/2012.
Il Dipartimento della
funzione pubblica avrebbe dovuto in verità emanare i criteri generali cosicchè le
Amministrazioni locali sono andate un po' in
tutte le direzioni, ma con prevalenza di scelte drastiche, quali, appunto la rotazione
intesa come strumento normale della gestione del rapporto di lavoro.
Al contrario, la
rotazione, pur da qualificare come mezzo indispensabile anticorruzione, è una
misura straordinaria e di limitata portata.
Spetta ai piani
triennali definire quali siano i settori e solo in conseguenza di ciò applicare
i criteri.
I piccoli enti, fra
cui rientra Contessa Entellina, per altro, come afferma il Piano nazionale, possono
anche derogare alla rotazione, per ragioni organizzative (la presenza di figure
di vertice infungibili, ad esempio), purché le spieghino esplicitamente nei
piani. I quali, comunque, debbono in ogni caso prendere in considerazione
criteri per la rotazione laddove emergano circostanze straordinarie, che ne
impongano l'utilizzo, anche se
l'organizzazione non lo consenta o anche nelle aree non qualificate a
particolare rischio di corruzione.
Una prima eventualità
è la sussistenza di una conclamata violazione delle regole anticorruzione poste
dalle norme da parte di un dipendente, verificata a seguito di procedimento
disciplinare o pronunce giudiziarie. In questo caso, lo spostamento anche solo
cautelare del dipendente presso un altro ufficio può essere fonte di una
rotazione necessitata. Una seconda ipotesi, che può rivelarsi particolarmente
frequente, è l'emersione di una situazione di conflitto di interessi: in questo
caso è inevitabile attuare la rotazione.
Con la precisazione che criterio
consigliabile di disciplina della rotazione, è non solo quella del personale,
cioè spostare definitivamente
un dipendente da un ufficio all'altro, ma anche quella «delle pratiche».
In altre parole, per
evitare il conflitto di interessi, la regola dell'astensione può essere
applicata anche mediante la «rotazione dei
fascicoli», che non impone un trasferimento definitivo del dipendente ad altro
ufficio o persino profilo.
Avremo modo di leggere cosa avrà elaborato il Comune di Contessa Entellina.
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