Motra
Paola e Muzgat: toponomastica e memoria popolare
Recentemente
è stato chiuso al traffico, anche pedonale, per le vistose buche apertesi sotto
il sottile manto stradale, il tratto di strada urbana "Motra
Paola", che a Contessa Entellina
indica il tratto di via Albania, che incrocia la strada, che, da una parte (Sud)
porta verso la fontana Favara e dall'altra (Nord) invece è delimitata da un muretto in
pietra, che sovrasta un profondo burrone. Questo evento recente mi richiama
alla mente la rovinosa frana che nel secolo XIV distrusse il piccolo casale S.
Nicolò, che sorgeva in contrada Musiche.
La
contrada Muzgat (parola che in albanese
significa terreno ricco di sorgenti,
impropriamente tradotta in italiano con la parola Musiche), sita a Nord del centro abitato di Contessa
Entellina, comprende il territorio che
si estende dalla via Albania fino al torrente Chiarello ed al Ponte Nuovo. La
località Musgat esiste anche in altri comuni arbëreshë (Lungro, S. Sofia
d’Epiro, ecc.).
Guardando
attentamente la conformazione del terreno di questa contrada (vedi fotografia),
si notano chiaramente dislivelli notevoli, burroni, superfici irregolari, che
richiamano alla mente l’azione di frane e terremoti.
Nella memoria popolare infatti
è rimasta viva fino ad oggi a Contessa il triste ricordo di una grande frana che travolse e distrusse
l’insediamento della contrada Musiche. Al riguardo in particolare si
tramanda che, alla vigilia di eventi nefasti (frane, terremoti, inondazioni,
ecc.) si sente il suono della campana della chiesetta, che fu travolta dalla
frana unitamente alle poche abitazioni circostanti (kumbora di te Muzgat). Non si sente fisicamente il suono della
campana, ma si prova questa sensazione,
come segno premonitore di eventi catastrofici imminenti.
Documento
vaticano sulle decime
- Nel documento “Rationes Decimarum Italiae” (Ed.
Pietro Sella, Studi e Testi n.112 - Città del Vaticano, 1944), nella parte
riguardante la Sicilia (al n.1487, p.111) é riportato che, nei secoli XIII e
XIV, un sacerdote di nome Benedetto, per gli anni 1308-1310, per le due chiese
del casale di Contessa (S. Maria e S. Nicola) pagò quattordici tarì.
Quindi prima della ricostruzione del casale, da parte degli Albanesi,
esistevano a Contessa due chiese ed una era dedicata a S. Nicolò.
La chiesa dedicata alla
Madonna é l’attuale chiesa parrocchiale greca, dedicata alla SS. Annunziata.
Non abbiamo invece riscontri certi della chiesa dedicata a S. Nicolò. Oggi non
esiste a Contessa una chiesa dedicata esclusivamente a S. Nicolò. La chiesa
dedicata alla SS. Annunziata é stata intitolata anche a S. Nicolò, dopo gli
interventi di restauro e ampliamento effettuati nel secolo XVII, essendo le sue condizioni da molto tempo pessime,
come risulta da una relazione, inviata al Tribunale del Regio Patrimonio.
Toponomastica
- Le vie di Contessa dedicate a santi o comunque con denominazione
di carattere religioso sono ubicate in prossimità delle chiese (via Vergine,
via S. Rocco, piazza Matrice, piazza Purgatorio, successivamente denominata
piazza Umberto I). Esiste a Contessa
anche una via S. Nicolò (da via
Albania fino alla cappella dedicata alla Madonna del Balzo), che però non ha
come riferimento una chiesa dedicata attualmente a S. Nicolò. Questa
denominazione quindi fa riferimento a qualcosa del passato (chiesetta o edicola
votiva dedicate a S. Nicolò).
Una edicola votiva con
l’immagine di S. Nicolò, su piastrelle di ceramica, esisteva infatti fino al
secolo scorso sul muro, che segnava il confine tra il centro abitato e la
contrada Musiche, sulla strada che dalla via S. Nicolò porta verso
l’abbeveratoio Canale. L’edicola votiva non esiste più da quando il muro è
stato demolito per costruirvi un nuovo
edifico.
Nei riveli più antichi (1593
e 1623) del casale di Contessa viene citato nella toponomastica il quartiere S. Nicolò, dove vivevano quindi
delle famiglie, mentre nei riveli successivi non viene più citato il quartiere
S. Nicolò, sicuramente perché le abitazioni precarie (katoqe) erano state
abbandonate e le famiglie si erano trasferite in altri quartieri in espansione,
citati per la prima volta nel rivelo del 1623 (S. Maria greca e S. Rocco) e nel
rivelo del 1714 (Madonna Favara).
I soldati albanesi provenienti da Bisiri nel 1450, secondo Nicolò
Chetta, si stabilirono prima nelle vicinanze del castello di Calatamauro,
quindi si trasferirono nella contrada oggi chiamata Musiche, che
successivamente abbandonarono per insediarsi attorno alla cappella dell’Annunziata. Nella contrada musiche certamente esisteva un
luogo di culto e si può ipotizzare che fosse la chiesa di S. Nicolò citata nel
documento del 1308.
Immagini e culto
di S. Nicola - Oggi esiste nella chiesa parrocchiale greca una cappella dedicata
a S. Nicolò (statua con i paramenti vescovili del rito bizantino).
Nella contrada Bagnatelle inoltre l’immagine di S. Nicola é
dipinta all’interno di una piccola nicchia della casa rurale del fondo in passato di proprietà
della famiglia Schirò Luca. S. Nicola è patrono di Contessa , Palazzo Adriano e
Mezzojuso.
Conclusione - Quanto riportato (riscontri topografici, documentali, memoria popolare,
ecc.) suggeriscono fondatamente
l’ipotesi che la chiesa dedicata a S. Nicolò si trovasse nella contrada
Musiche. Si può anche ipotizzare che tale cappella, come quella
dell’Annunziata, abbandonate e diroccate, abbiamo avuto una attenzione diversa
da parte degli Albanesi venuti nel casale di Contessa: la chiesa SS. Annunziata
fu ricostruita e successivamente restaurata ed ampliata perché nei suoi pressi
si sviluppò un notevole insediamento residenziale, mentre la cappella di S.
Nicolò fu solo ricostruita e mantenuta agibile fino a quando gli abitanti
abbandonarono gli insediamenti iniziali provvisori della contrada Muzgat.
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