Secondo il sociologo Alessandro Orsini, di area socialista, Matteo Renzi non piace all'ala ex-comunista del Pd in quanto ha messo nel cestino la concezione gramsciana dell'egemonia, secondo cui l'avversario va sempre demonizzato, e si e' appropriata della visione riformista di Filippo Turati.
Per gli ex-comunisti si tratta di lesa maesta'.
"In questi giorni, stiamo vivendo uno dei pochi momenti della storia dell’Italia repubblicana in cui la cultura politica di Filippo Turati sta prendendo il sopravvento sulla cultura politica di Antonio Gramsci. Renzi si incontra con Berlusconi e cerca di scrivere con lui le regole del gioco, ma non bisogna mai dimenticare che, sotto il profilo culturale, il progetto pedagogico di Renzi resta minoritario nel popolo della sinistra, come è sempre stata minoritaria la cultura politica di Turati rispetto a quella di Gramsci. Stiamo vivendo un “momento riformista”, ma non è affatto detto che questo momento sfoci in una “fase”. Affinché abbia inizio una fase riformista, occorre che Renzi incassi dei risultati concreti. Turati ne era consapevole: il riformismo è diverso dal verbalismo rivoluzionario. Il riformismo avanza se aiuta le persone a stare meglio nella loro vita quotidiana. Non promette il Paradiso in Terra o l’eliminazione degli avversari politici. Promette che gli operai e i lavoratori possano mandare i figli all’Università, che possano istruirsi, avere una casa, un lavoro e smettere di essere sfruttati. Renzi lo ha capito e infatti ha dichiarato che, se dovesse fallire, la sinistra precipiterà. Se l’Italia uscirà dalla crisi economica e politica attraverso la pedagogia della tolleranza, nuove pagine arricchiranno la storia della sinistra".
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