Contessa
Entellina, comunità italo-greco-albanese della Sicilia
Se vi trovate in Sicilia e volete scoprire itinerari nuovi,
lontani dai soliti e noti luoghi turistici, lasciate la costa e andate verso
l'interno, nella Valle del Belice, a Contessa Entellina, e potrete scoprire
paesaggi suggestivi, luoghi storici, condizioni ambientali particolari.
Il centro abitato vi si presenta come uno strano triangolo di case
basse di pietra, allineate lungo le strade strette e tortuose, ai piedi di tre
collinette (Brinjat).
Vi sorprende uno stupore improvviso se vi fermate: la gente parla
una lingua incomprensibile, le vie e le località hanno nomi strani e insoliti.
A Contessa Entellina dopo cinque secoli si parla ancora la lingua dei profughi
albanesi, che nel XV secolo fondarono il paese sulle rovine abbandonate di un
antico casale; i contessioti professano inoltre la religione cattolica ma
seguono il rito greco-bizantino, pertanto usano la lingua greca nelle cerimonie
religiose, i loro preti si chiamano papas e nelle loro chiese le icone creano
un'atmosfera tipicamente orientale.
Uscendo dal capoluogo potrete raggiungere i vari borghi agricoli
costruiti di recente nei vari feudi: Piano Cavaliere, Cozzo Finocchio,
Roccella, Castagnola.
Andando o sostando lungo le strade serpeggianti che conducono
nelle fertili contrade del vasto territorio potrete ammirare e visitare:
- a Sud-Est solitaria,
mistica e possente, inserita nella straordinaria bellezza e
solennità del paesaggio, la chiesa di S. Maria del Bosco con l'antico Monastero, complesso monumentale di particolare interesse artistico, attorno al quale si estende un vastissimo bosco (riserva naturale orientata "S. Maria del Bosco e Monte Genuardo");
solennità del paesaggio, la chiesa di S. Maria del Bosco con l'antico Monastero, complesso monumentale di particolare interesse artistico, attorno al quale si estende un vastissimo bosco (riserva naturale orientata "S. Maria del Bosco e Monte Genuardo");
- a Sud il monte Genuardo
che si erge maestoso su un vastissimo territorio: dalla sua cima si può ammirare un panorama immenso (25 comuni)
quando il cielo è sereno;
- a Sud-ovest il castello
di Calatamauro, fortezza inespugnabile
sulla collina triangolare
omonima, che domina
tutta la zona circostante; dopo il recente intervento di recupero si possono ammirare i resti di antiche mura, torri, cortili,
stanze, cisterne, ecc. ; alle sue falde un mulino
ad acqua;
- a Nord-ovest il castello
di Vaccarizzo, fiorente azienda agricola, e poco distante la possente, inaccessibile e storica Rocca
Entella, su cui sorgeva l'antica città di Entella, distrutta da Federico II; Entella fu fiorente sotto i greci,
i cartaginesi, i romani, i saraceni (era equidistante dalle altre antiche città della Sicilia Occidentale: Selinunte,
Segesta, Erice); sotto la Rocca la
profonda e misteriosa "Grotta dei
dinari" che, secondo la tradizione e le credenze popolari, nasconde tesori
e incantesimi.
Infine andando a passeggio per i sentieri solitari potrebbe
capitarvi di vedere alcune specie rare di flora e fauna (riccio, istrice,
falco, volpe) e di ammirare ancora scene di vita agricolo-pastorale ormai rare
perché stanno scomparendo ovunque: mandrie di bovini che pascolano nei prati,
greggi di pecore che si abbeverano nei ruscelli, capre ferme accanto ad un
antico abbeveratoio, uliveti, vigneti, campi di grano.
Calogero Raviotta
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