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martedì 14 gennaio 2014

14 gennaio 1968. Quarantasei anni dal terremoto nella valle del Belice

La prima scossa arrivò all’ora di pranzo e nonostante fosse stata avvertita con violenza, a Contessa, la gente non si allertò granché.
Fuori la temperatura era molto bassa e la neve caduta nei quattro giorni precedenti si era ghiacciata al punto che la circolazione automobilistica era divenuta impossibile.
Nella mattinata, per concludere un funerale impedito da tre giorni, si era fatto ricorso ad  un rimorchio trainato da un trattore per il trasporto della salma dalla chiesa dell’Annunziata al cimitero.
La scossa di avvertimento c’era stata, ma le ostili condizioni atmosferiche non indussero la gente a trascorrere la notte all’addiaccio. Quella stessa notte arrivò il disastro, col crollo di numerose case in via Croja, nello Spiazzo Greco e non solo. In tale circostanza perse la vita Agostino Merendino.
Quella notte, nel Belice, oltre alle quattrocento vittime morì pure un tipo di società, la società contadina. Ciò che verrà dopo sarà una visione del mondo completamente diversa. 

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