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domenica 19 gennaio 2014

Il Vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

Luca 17, 11-19
11E avvenne che nel viaggiare a Gerusalemme, egli passava per il mezzo della Samaria e della Galilea 12Entrando in un certo villaggio vennero incontro a lui dieci uomini lebbrosi che stettero a distanza. 13Ed essi alzarono la voce dicendo: Gesù Maestro, abbi pietà di noi!”. 14E visto, disse loro: Andate a mostrarvi ai sacerdoti.
E avvenne che nel salire furono sanati. 15Uno solo di loro, vedendo che era stato guarito, ritornò con gran voce glorificando Dio 16e cadde sul volto ai suoi piedi, facendo eucaristia a lui. E questi era un samaritano.

17Ora, rispondendo, Gesù disse: I dieci non furono mondati? Ora i nove dove sono? 18Non si trovarono che tornassero a dar gloria a Dio se non questo estraneo. 19E gli disse: “Alzati, viaggia, la tua fede ti ha salvato”.
(Brano proclamato oggi nelle Chiese di rito bizantino)
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Nella linea di lettura da noi impiegata, tratta dalle situazioni della vita quotidiana, i dieci lebbrosi rappresentano l’umanità intera, infetta di trasgressioni, ingiustizie e di paure (morti viventi); umanità incapace di percorrere il cammino della vita nella felicità.
Il Cristianesimo come consegnatoci dal Vangelo esige che tutti debbano camminare: zoppi, ciechi, dubbiosi e bloccati dalle paure e/o comunque impediti; devono mettersi in cammino verso la meta e sarà lungo il percorso della vita che guariranno e contribuiranno a realizzare un mondo migliore, scoprendo in questo frangente il senso della vita.
 Non occorre essere perfetti, basta avere fiducia (Fede). E' camminando che si cammina.
Chi -lungo il cammino della vita- prende coscienza del dono della vita ricevuta e conseguentemente atta ad essere dispiegata, avvertirà l'esigenza di ringraziare l'Eterno per averne scoperto il senso:
- procedere in condivisione con gli altri,
-avere messo a disposizione del prossimo la propria intelligenza,
-avere gustato la vita di relazione.
Dovere di costui -dopo avere percepito- è anche quello di spiegare-annunciare agli altri il senso della vita perchè possano anch'essi assaporare la solidarietà, la vita di relazione e scostarsi pertanto dalle conseguenze nefaste dell'egoismo (che sempre conduce alle distorsioni del potere, del possedere, dell'apparire).
Nel brano colpisce la circostanza che a ringraziare il Nazareno sia stato (solo uno dei dieci) un samaritano, ossia un eretico nel contesto della religiosità di allora.
Ancora oggi è dato scoprire che la solidarietà (per la verità ampiamente praticata dai credenti e dalla Chiese cristiane) è pure oggi diffusamente appannaggio di molti soggetti ed organizzazioni non credenti e/o non religiose.


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