La denuncia di Matteotti
(piggiare su Matteotti)
Il discorso pronunciato alla Camera dei Deputati da Matteotti il 30 maggio 1924 mise anzitutto il dito sulla contraddizione nel rapporto fra i fascisti ed i suoi alleati "liberali" consistente, nell'utilizzazione della violenza e dell'illegalità da parte di un governo sorto, secondo gli accordi, per ripristinare la legge.
Del clima pesante caduto sull'Aula si accorse lo stesso Matteotti che subito dopo aver concluso l'intervento disse all'onorevole Cosattini con voce tale che sentirono pure altri parlamentari: "Ed ora preparatevi a farmi l'elogio funebre". Profezia che sortiva da quanto era accaduto nelle settimane precedenti ad altri parlamentari dell'opposizione e a moltissimi attivisti socialisti.
Da quanto ha testimoniato al processo che si terrà a Chieti il giornalista Maratea, Cesare Rossi, capo dell'ufficio stampa del Presidente del Consiglio, ed allora braccio destro di Mussolini: "cominciò a vomitare minacce e ingiurie contro l'onorevole Matteotti, il cui discorso lo aveva sommamente irritato, e che egli definiva essere la peggiore canaglia; contro Turati, Treves e Modigliani ed altri deputati, dicendo che il regime fascista aveva fatto male a non farli fucilare fin dal principio, aggiungendo che quello che non si era fatto allora si poteva fare adesso e che un dì o l'altro questi signori sarebbero stati trattati come cenci alla forca".
Il Giornale d'Italia, giornale fondato nel 1914 da Mussolini, l'1 giugno successivo ebbe a scrivere: "L'onorevole Matteotti ha tenuto un discorso mostruosamente provocatorio che avrebbe meritato qualcosa di più dell'epiteto di 'masnada' lanciato dall'onorevole Giunta".
(Segue)
A chi ci ha chiesto la fonte, indichiamo il vol. 20,
de La Storia d'Italia, La Biblioteca di Repubblica
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