Fra sociologia, economia e diritto ( 2)
La località dove risiediamo, che sia Contessa Entellina, Corleone o Palermo, ci piaccia o meno, ci intriga, ci attira sempre e comunque resta sempre di nostro interesse. Il vivere comunitario, in aggregati più o meno urbani, è sempre e comunque segno di civilizzazione umana, senza tuttavia volere escludere che lì, nel variopinto aggregato umano, può capitare che possano sussistere motivi dissipatori di umanità.
Il mondo, ossia la realtà in cui viviamo, ci appare allo stesso tempo "intima" e "segreta", con noi che in essa siamo come incastonati. Sempre i molteplici strati della complessita comunitaria, per quanto riteniamo di esserci immersi, rimangono a ciascuno di noi nascosti.
Accanto alla realtà fisica, territoriale del paese (o città) che abitiamo, esiste quella che, sempre i sociologi, definiscono la realtà sociologica. In quello che definiamo il nostro paese o la nostra città stanno da sempre racchiuse immagini, segni che da sempre ci sono familiari e che, ciascuna ci rievoca e ci specifica una sfacettatura del territorio, dell'ambiente. Con gli occhi, con lo sguardo vediamo gli edifici, le piazze etc. ma non cogliamo il tessuto e la natura sociale e cittadina. Per cogliere la realtà umana, la società paesana o cittadina nel senso vero, non servono gli occhi. Per quest'altro tipo di conoscenza serve usare l'intelletto con cui siamo capaci di interpretare simboli e comportamenti espressivi. Servono le cosidette scienze sociali per poter cogliere i fenomeni locali non osservabili con gli occhi. Con le scienze sociali si possono inquadrare le caratteristiche nascoste di qualunque aggregato comunitario.
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Su questa pagina, che speriamo possa avere cadenza almeno settimanale, contiamo di riuscire a parlare di senso civico.
(Segue)
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