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giovedì 2 novembre 2017

Contessa Entellina. Pure la Chiesa di rito bizantino ha il sito

(pigiando si accede al sito) 

PER SECOLI LA COMUNICAZIONE E' AVVENUTA MEDIANTE IL SUONO DELLE CAMPANE.

A Contessa Entellina da secoli il ritmo della vita giornaliera è stato sempre scandito dalle campane della Chiesa Madre e pure -dal Novecento in poi- dai rintocchi dell'orologio che domina alla sommità del campanile. 
Fino al periodo antecedente il terremoto del gennaio 1968, in pratica fino a  quando è stato parroco papàs Janni Di Maggio, Contessa era un paese prettamente e quasi esclusivamente agricolo.  

La vita quotidiana  era regolata nel corso dell’intero anno, dal levare del sole e fino al calare delle tenebre, dal suono delle campane della chiesa greca; ed è proprio sul suono delle campane che i contadini, sia piccoli proprietari che braccianti,  aprivano e chiudevano la giornata lavorativa.
Il suono delle campane aveva diversi significati e rappresentava la  voce del popolo in quanto aveva un proprio linguaggio e segnava il tempo della comunità.

Sul fare del giorno subito dopo l’alba, suonavano (mi pare di ricordare attorno alle 5,oo, ma comunque seguiva le stagioni) per il  “mattutino”. 
Un’ ora prima del tramonto veniva suonata l'Ave Maria e avvertiva che era arrivata l'ora di lasciare il lavoro e tornare a casa in quanto il sole cominciava a calare. 
Esisteva pure il suono delle campane a un'ora di notte; segnalava che ormai bisognava ritrovarsi tutti a casa (più o meno erano le 20,oo).

Ovviamente le campane servivano soprattutto per preannunziare le tappe orarie della puntuale "liturgia" bizantina, che iniziava col mattutino, la liturgia alle 8,oo, poi quella delle 12,oo, poi i vespri giornalieri alle 16,oo e poi ancora ...
Nei giorni festivi il suono delle campane era quasi continuo e si univa a quello delle chiese di San Rocco e Anime Sante. Ritmi giornalieri quasi analoghi a quelli della Matrice seguiva il campanile della Chiesa della Favara.

Impresso nella memoria di chi scrive è il "suono a martello" della Chiesa Madre; stava a indicare che una pagliera  o un magazzino o una delle povere abitazioni contadine stava andando in rovina a causa di un incendio e pertanto serviva l'aiuto di tutti, di tanti, per domarlo. La gente era invitata ad accorrere e ad offrire solidarietà.

La campaniata  di più lunga durata era comunque quella di mezzogiorno.

Il suono funebre delle campane per secoli ha caratterizzato Contessa. In tutti i paesi limitrofi è tuttora viva l'espressione "alla Kuntissa ventu e campani a mortu". Per ogni decesso le campane suonavano dalla mattina alla sera per cinque o sei volte e così per il giorno del funerale, poi dopo tre giorni, poi al nono giorno, poi al quindicesimo, poi al quarantesimo, poi dopo tre mesi, sei mesi, nove mesi e poi ad ogni anniversario annuale.
Questa pratica moltiplicata per ciascun decesso dell'anno e poi proiettata per i decessi di ciascun anno giustificava il giudizio dei paesi vicini.  

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La PARROCCHIA DISPONE ADESSO DI UN SITO INTERNET.

Papàs Kola, il parroco della Chiesa Madre, dispone ormai di un apparato elettronico che fa scattare in orari prescritti le campane. 
Da qualche giorno la Parrocchia ha pure istituito un sistema di comunicazione per gli avvisi parrocchiali  mediante sito internet (su fb: Parrocchia Greca di Contessa Entellina).

La comunicazione per via informatica -per la verità- era stata pure avviata tempo fa dal precedente amministratore parrocchiale, papàs Janni Stassi,  ma aveva trovato poi lunghi periodi di interruzione.

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