L'Italia conta 53 siti iscritti nella lista World heritage che le conferiscono un ruolo culturale primario al livello mondiale. Proprio su questa tematica viene fuori, però, l'incapacità nostra a gestire proficuamente questo Patrimonio.
In questo contesto la Sicilia con i suoi sette gioielli è la regione più ricca di siti Unesco, ma come su tutto la nostra risulta essere la terra delle occasioni perdute. La valorizzazione e ciò che ne consegue in termini di gestione culturale è da decenni fermo. Destra, Centro o Sinistra da noi portano ed alimentano inconcludenza e cura dell'interesse personalissimo.
I siti Unesco siciliani che attualmente attraggono interessanti flussi di visitatori sono, nell'ordine di grandezza, Taormina, Valle dei Templi di Agrigento e Siracusa. Sono comunque indietro, di parecchio, rispetto ai siti che stanno nel resto del Paese.
L'avere il maggior numero di siti UNESCO rispetto alle altre regioni costituisce, dovrebbe costituire, punto di inizio, di partenza, e non di certo traguardo per cullarsi sugli alloro.
Cosa serve ?
Una classe politica selezionata fra persone illuminate, competenti e pure oneste.
In Spagna ed in Grecia il turismo pesa per 1/3 del prodotto nazionale; qui in Sicilia esso incide solamente per 1/10 del prodotto nazionale.
Nei mesi scorsi i soldi dell'Assessorato per il Turismo sono stati indirizzati, sprecati, per finanziare le "sagre del grano" in parecchi comuni; iniziative intese semplicemente a clientelismo, sperpero e inconcludenza.
Le strade dell'isola, da quelle primarie di grande viabilità alle trazzere, sanno di mascalzonate compiute da chi ci ha governati: crollano i ponti, franano per dissesto idro-geologico, non conoscono manutenzione .
Evitiamo quindi di parlare dei siti come Entella o della zona di Genuardo. Non ha senso parlarne -per intanto- atteso che da noi i governi e le Assemblee politiche, che siano guidati dai Cuffaro, Lombardo o Crocetta, sono composti da decine e decine di mascalzoni che finiscono con l'avere a che fare con la Magistratura. Abbiamo già prospettato lo stato dell'arte.
Purtroppo !
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