Bisacquino, dal latino "bis-aqua" molto acquoso o dall'arabo "busekin" (padre del coltello), sorge alle falde del Monte Triona (1215 m circa), in una area geografica limitrofa ai Monti Sicani.
La montagna è molto cara ai bisacquinesi, in quanto fa da riparo alla cittadina e perché ospita il Santuario della Madonna del Balzo. Dallo spiazzo antistante si può godere una veduta meravigliosa della sottostante vallata del Belice.
Nel territorio si trovano testimonianze della presenza dei Sicani, degli elimi, dei greci, dei romani e più palesi dei saraceni.
La conformazione urbanistica è infatti di matrice chiaramente islamica.
Il centro urbano è costellato da 18 chiese, fra le quali la Chiesa Madre di stile barocco, le strade strette e tortuose con molti vicoli, cortili, archi e fontane.
Grazie alle numerose sorgenti d'acqua present sul territorio, questo in passato si offriva all'esercizio di numerosi mulini ad acqua, alcuni dei quali nell'ottocento/novecento furono gestiti in proprietà (n. 2) ed in gabella (n.1), dopo l'esproprio all'Abazia di Santa Maria del Bosco, da operatori di Contessa (Vaccarizzotto, Alvano e Tarucco).
Nel sec. XII il territorio che oggi afferisce a Bisacquino venne assegnato dal re normanno Guglielmo II all'Arcidiocesi di Monreale, a cui appartenne fino al 1812, anno di emanazione da parte della monarchia borbonica della Costituzione liberale.
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