Dal
dopoguerra ad oggi, la sinistra è apparsa tanto incarognita e tanto divisa come lo è adesso solamente quando ci fu da mettere sulla graticola e distruggere Craxi; da allora
iniziò comunque per la Sinistra la logica autolesionista: “Mors tua vita
mea” che dura tutt'ora.
In
questi giorni a seguire giornali e la tv si assiste all‘identico
spettacolo.
Il Rosatellum impone ob torto collo accordi di coalizione
elettorale; ma ormai l‘odio e l‘avversione attraversano da un
capo all‘altro la fu Sinistra.
Il tentativo di rimettere insieme i
cocci della sinistra affidato da Renzi a Fassino non sortisce e non
potrà sortire alcun effetto.
Fassino
-per intanto- è l’uomo sbagliato nel posto sbagliato nel momento
sbagliato: esprime la sintesi degli errori passati e presenti del
Partito democratico (e dei partiti fondatori del Pd) e delle stesse
componenti che oggi si pongono a sinistra: una leadership di cartapesta di fatto al
servizio di Renzi. Poi egli si sta muovendo privo di contenuti
politico-programmatici.
Oramai le aggregazioni di Sinistra sono tutte
nemiche giurate di Renzi e del renzismo. I loro elettori preferiscono
l‘astensionismo dalle urne, oppure -addirittura- l‘approdo nel M5S piuttosto
che vedere Renzi ancora in sella.
Non solo.
L‘accordo
è impossibile peraltro in quanto il prossimo governo dovrà per
forza di cose essere di coalizione fra Centro-Sinistra e
Centro-Destra ed è più che evidente che la Sinistra-Sinistra non
appoggerà mai una coalizione Renzi-Berlusconi.
Mischiare
il diavolo con l’acqua santa, non è l‘ideale delle frange di
Sinistra.
L‘impossibile
missione di Fassino la possiamo leggere come il gioco del “cerino
in mano” utile per cercare “capri espiatori” e scaricare nel
corso della campagna elettorale le responsabilità della pesante
disfatta dell‘intera Sinistra su ... altri.
L’allegra compagnia della fu Sinistra s’avvia in una campagna elettorale decisiva
con idee strategie e mezzi pari alla campagna di Russia mussoliniana.
Una disfatta annunciata, un massacro, in questo caso -fortunatamente- “solo”
elettorale.
Al voto,
il Pd renziano correrà da solo o con qualche alleato di bandiera (i
radicali della Bonino, i socialisti di Nencini e i riformisti di
Pisapia).
Un Pd ridimensionato elettoralmente ma decisivo nei giochi
parlamentari per nuove maggioranze e nuovi governi, con Matteo al
centro del gioco, potrà forse sopravvivere. A meno che il Centro-Destra da
solo non raggiunga il 40%; in questa ipotesi sarà il tracollo di
Renzi e di tutta la Sinistra, quella amica e quella del rancore.
La
campagna elettorale sarà certamente velenosa con il Paese avvitato su se
stesso, fuori dal treno della ripresa internazionale; con gli
italiani più divisi-delusi disorientati e pronti con l’assenteismo
dalle urne a “farla pagare a tutti”.
L’inverno
“glaciale” è alle porte e gela le speranze di chi pensa a una
sinistra rinsavita e a un ulteriore centrosinistra di governo.
Nessun commento:
Posta un commento