Il nuovo sistema di addebito del canone tv,
verosimilmente, sarà cagione di errore
a danno di tanti utenti della rete elettrica. E spetterà quindi al
cittadino rivolgersi al giudice per chiedere tutela.
E' ovvio che la falsa autocertificazione di non possesso della tv abilità
l’Agenzia delle Entrate, che si occupa dell’accertamento e dell’applicazione
delle sanzioni, a muovere il primo passo. Negli casi il primo passo competerà al cittadino.
Il canone Rai è una imposta;
non ha natura di corrispettivo di un servizio. La competenza a valutare l'eventuale
errore compete quindi al giudice tributario.
Il contribuente non deve rivolgersi conseguentemente ne al Tribunale
ordinario nè al Tribunale amministrativo (TAR), ma esclusivamente alla Commissione Tributaria Provinciale.
Se si vuole evitare la lungaggine di un giudizio esiste
la possibilità di affidarsi alla cosiddetta autotutela, cioè l’invio
all’Agenzia delle Entrate –Sportello
Sat- di una richiesta tramite raccomandata a.r. o posta elettronica
certificata.
Lo prevede il Regolamento attuativo della legge
di Stabilità 2016 che stabilisce le modalità con cui il cliente
dell'utenza elettrica può presentare istanza di rimborso.
Il ricorso in
autotutela non interrompe però i termini per impugnare l’atto e quindi sarebbe buna cosa per il contribuente proporre anche il ricorso al
giudice in maniera cautelativa.
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