La sconfitta della politica ai nostri giorni si evidenzia nella sua incapacità
1) di produrre un linguaggio all’altezza della situazione
2) e nella incapacità assoluta di risolvere i problemi che le stanno di fronte.
I politici dei nostri giorni si muovono su due schemi per comunicare alla gente.
a) da un lato usano l’indisponente esercizio retorico, ossia ripetono frasi compiute ma distanti dalle preoccupazioni della gente. Questo è il linguaggio caratteristico dei governativi, dei renziani, che parlano per nascondere tutta l’inefficacia della propria azione dietro frasi fatte tecnicamente corrette, ma sin troppo fredde, generiche, inconcludenti.
2) oppure al contrario, lo stile può scadere nel più banale populismo, che tramite la tradizionale barbarie dialettica cavalca le paure e la rabbia delle persone piegandole alla finalità del consenso.
Il populismo, l'arma degli antigovernativi di professione (p.e. i fascisti alla Le Pen, i Podemos sinistri di Spagna, i M5S d'Italia etc.) gode dell’invidiabile privilegio di non dover risolvere nulla, dato che l’irresponsabilità è il cavallo di battaglia per guadagnare seguito presso gli elettori.
La demagogia consente a costoro di perseguire agibilità politica ed un ruolo di rappresentanza che trova sempre corrispondenza dal basso.
Maggioranze ed opposizioni di questa Europa, pur nei diversi stili, sono simili nella sterilità del proprio linguaggio.
La politica parla invano, e le sue parole sono inefficaci rispetto alla pesantezza dei problemi che gravano sulle società civili.
CONCLUSIONE
Politici di governo e di opposizione ai nostri giorni screditano la democrazia.
I nodi irrisolti amplificano gli squilibri che sono in qualche modo la conseguenza delle inconcludenze dei politici.
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