folle osannanti,
debbolezza dei singoli,
finalità degradate a strumento per consolidare il Potere,
il male compiuto in nome del bene.
Erdogan,
presidente eletto dai turchi, sostiene di essere vittima di una cospirazione.
Come in ogni storia primitiva, i carnefici politici del novecento hanno sacrificato
vittime innocenti sull'altare della lotta alle cospirazioni dei propri nemici, veri
o inventati che fossero.
Il comunismo
stalinista e il nazifascismo di Hitler e Mussolini hanno sacralizzato la
politica idolatrandone gli aspetti deleteri.
Lo hanno
fatto speculando sul coinvolgimento delle folle adulanti, sempre bisognose di
idoli per non assumere la responsabilità personale.
La banalità
del male induce a celebrare qualcosa che è spesso soltanto il prodotto
della propria misera debolezza.
La debolezza,
sia del singolo che delle collettività, si manifesta nella inversione tra cause
ed effetti, tra strumenti e fini, tra problemi e soluzioni.
Il complotto,
individuato da Erdogan come minaccia alla sicurezza personale e nazionale,
viene strumentalizzato oggi per le ambizioni di potere. Al punto che se la
cospirazione non ci fosse stata davvero, sarebbe stata opportuno inventarla.
Le
istituzione, i movimento culturali e politici, i singolo rivendicano di dover utilizzare per
l’affermazione dei propri valori etici, la propria visione del mondo, ma ne deformano
sempre le finalità e li degradano a mero strumento per conquistare e
consolidare il potere.
Non il potere
al servizio dei valori (la democrazia, i diritti dell’uomo etc.), ma purtroppo i
valori al servizio del potere.
La propria
rappresentazione delle cose, diviene comodo pretesto per giustificare tutto il
male che si intende compiere in nome del bene e della pace.
Non c’è
tiranno (Stalin, Hitler, Mussolini e molti altri che la storiografia dei
vincitori mette nel dimenticatoio) che non le abbia argomentate nella sua
meticolosa propaganda.
La teoria della cospirazione è il movente ideale, l’espediente perfetto,
per la solita abitudine di ingannare se stessi ancor più che i propri nemici,
sulla reale natura delle proprie intenzioni.
Nessun commento:
Posta un commento