Il 18enne killer di Monaco è di sicuro un tedesco-iraniano, con doppio
passaporto.
La polizia, dopo l’identificazione, si è recata nel quartiere di
Maxvorstadt, a Monaco, dove il giovane viveva con i genitori.
Le prime testimonianze dei vicini di casa -pare- parlano di un tipo
tranquillo, che non aveva mai dato segni di squilibrio.
Allora ?
Le piste sono indirizzate: terrorismo islamico, terrorismo politico o
anche semplice follia.
E' certo, in mezzo a tanta incertezza che butta un'ombra sull'efficienza
della polizia tedesca, che queste forme di violenza sulla "folla" che festeggia (Nizza) o che fa compere (Monaco) rischiano -comunque- di seminare paura e di incrinare lo stile di vita
occidentale.
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Perchè l'altro, il diverso, ci fa paura ?
L'altro, con l'altro, si sostanzia la vita di ciascun individuo.
Se però l'altro diventa lo schermo su cui si proietta il proprio sé da respingere (la paura) egli, l'altro, si trasforma nel "barbaro", nello straniero che preme alla porta della mia casa, della mia frontiera, colui che minaccia la mia integrità tramite un attacco alla mia identità.
E' quii che la prospettiva di civiltà, d'integrazione delle società occidentali contemporanee rischia di inciampare, avviluppandosi nella regressione e nella paura.
Ci scordiamo volentieri -noi Italiani- che il Mediterraneo, inteso quale luogo d'incontro delle differenze, è il vero generatore della nostra identità; identità che non è mai stata statica nè fossilizzata in un unico modulo.
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